Lirica
LA VEDOVA ALLEGRA

La vedova in America

La vedova in America

Torna al San Carlo l’allestimento di Federico Tiezzi con scene di Edoardo Sanchi e costumi di Giovanna Buzzi, coprodotto con le fondazioni liriche di Trieste, Genova e Verona e che in questi anni ha girato molti teatri (recensioni presenti nel sito). Ancona non convince l'ambientazione newyorkese nell'ottobre 1929, per la precisione il 29, giorno del crollo di Wall Street, in quanto i riferimenti a Parigi e alla Belle Epoque nella partitura e nel libretto sono essenziali. Inoltre manca alla regia, se pur sobria e di buon gusto, la capacità di restituire la spontanea comunicativa e il fascino ammaliatore di un genere che per funzionare deve essere immediato e travolgente: si ha l’impressione che gli spunti non siano completamente sfruttati e che lo spettacolo stenti a decollare dal punto di vista comico ed emozionale.  Ci è piaciuta l'idea di far sbocciare, sullo stesso schermo a fondo scena, fiori colorati nel momento della canzone della Vilja, come nei titoli di testa dell'Età dell'innocenza di Scorsese. L'atto da Maxim, vivace e animato, ricrea un’atmosfera spumeggiante che si trasmette al pubblico in sala, il quale batte a tempo le mani incitato dal direttore.

La direzione di Alfred Eschewé imprime giusto brio e leggerezza all’orchestra, sottolineando le sfumature e la ricchezza melodica di una partitura in cui si stagliano in controluce raffinate atmosfere mitteleuropee che in parte contrastano con le scelte registiche. Avendo a disposizione il corpo di ballo, non poteva mancare l'inserimento del can can da Orfeo all'inferno di Offenbach.

Markus Werba, baritono dalla voce estesa, ambrata e pulita, è un Conte Danilo ideale, perfetto dal punto di vista vocale e attoriale e di notevole appeal, che riesce a catalizzare l'attenzione del pubblico emergendo sul resto del cast. Carmela Remigio ha il fascino e l'eleganza di Hanna Glawari e la voce è usata con grande mestiere; abbiamo apprezzato l'aver rinnovato alcuni costumi di scena che calzano a pennello al soprano e ai suoi capelli castani. Valentina Farcas è una Valencienne seducente, dotata di freschezza vocale e interpretativa e capace di ballare il can can. Bernhard Berchtold è un adeguato Camille De Rossillon. Bruno Praticò è il Barone Zeta e gioca la carta della grande esperienza, divertendo il pubblico con una digressione “napoletana”. A proprio agio nei ruoli di contorno Domenico Colaianni (Cascada), Enzo Peroni (Saint Brioche), Matteo Ferrara (Bogdanowitsch), Francesca Martini (Sylviane), Donato Di Gioia (Kromow), Miriam Artico (Olga), Dario Giorgelè (Pritschitsch), Lara Lagni (Praskowia). Peppe Barra è un Njegus napoletano, dalla comicità leggera e misurata ma con voce appannata. A completare il cast il coro preparato da Marco Faelli e il corpo di ballo che si esibisce su coreografie appropriate di Lienz Chang.

Visto il 28-01-2016
al San Carlo di Napoli (NA)