Lirica
LA VEDOVA ALLEGRA

Una vedova alle terme

Una vedova alle terme

Il grande successo di botteghino ha indotto la Fondazione Pergolesi Spontini a inserire una recita straordinaria fuori abbonamento e questo è un ottimo inizio per raccontare della Vedova allegra che chiude la stagione lirica di tradizione 2015.
La cifra allo spettacolo viene impressa dall'ambientazione nelle Terme Berzieri di Salsomaggiore, le cui foto vengono proiettate sul fondale, interni e decorazioni, esempio insuperato del liberty italiano con un rimando alla Finis Austriae che domina la partitura. Tuttavia, se l'epoca calza a pennello, meno funziona con il plot: l'ambasciata pontevedrina, la magione della protagonista, Chez Maxim restano solo sulla carta. I costumi di Roberta Fratini scelgono frac con code per gli uomini e abiti vaporosi con lunghi strascichi per le donne, ispirati ai ritratti di Boldini. Non sempre precise le luci di Fabrizio Gobbi a intercettare i protagonisti che a volte restano in ombra. Le coreografie di Cinzia Scuppa rinunciano alle suggestioni balcaniche nella danza del secondo atto a favore di una morbidezza generica, mentre nel terzo atto si rifanno alle attese senza sorprese. Il regista Vittorio Sgarbi, coadiuvato da Cinzia Gangarella, inserisce i cantanti e il coro nello spazio vuoto davanti alle immagini con intento di tableau vivant (le Terme Berzieri sono bellissime e le foto le riproducono con molta cura), lasciando i protagonisti liberi di gestire i ruoli in base alle proprie corde.

Antonio Pirolli scandisce tempi allargati in modo da raccordare bene buca e palco; se il suono poteva essere maggiormente leggero e frizzante, la scelta di dare uno spessore diverso alla partitura è da considerare alla luce di quella malinconia che è così pregnante nelle intenzioni degli autori.

Nel ruolo del titolo Valeria Esposito ha un'acconciatura bionda che ricorda l'icona Lana Turner, si muove a suo agio e canta con disinvoltura sia nei momenti di leggerezza che in quelli maggiormente lirici, come la canzone della Vilja. Alessandro Safina ha grande charme e fisique du role per il conte Danilo. Ormai abituato al ruolo e dunque padrone della gestualità e delle movenze, Gennaro Cannavacciuolo sfoggia accento napoletano e passi di tip tap per il suo divertente Njegus. Meno a fuoco, rispetto ai protagonisti, la coppia Valencienne – Camille di Francesca Tassinari e Christian Collia. Armando Ariostini si affida all'esperienza per il suo Barone Zeta. Marcano troppo la erre moscia Enrico Giovagnoli e Alex Martini (St. Brioche e Cascada), per il resto a loro agio. Completano la locandina Teresa Di Bari, Carolina Lippo, Mariam Artiaco, Alessandro Pucci, Enzo Boccanera, Alberto Piastrellini, le sei ironiche ragazze di Chez Maxime (Catia Cursini, Silvia Marcellini, Emanuela Campolucci, Teresa Stagno, Olga Salati e Sara Bacciocchi), le ballerine (Cinzia Scuppa, Elisa Carletti, Silvia Fiorani, Sonia Mancinelli, Emma Paciotti e Federica Squadroni) e il coro lirico marchigiano preparato da Carlo Morganti.

Visto il