Prosa
LA VEDOVA SCALTRA

Non si può dire che…


	Non si può dire che…

Non si può dire che Rosaura non sia davvero una donna ‘garbata’. Anche in questa opera che, come nella migliore tradizione italiana, sembra quasi una seconda, attesa puntata della fiction tv più seguita della stagione. Mentre si tratta in realtà di una pièce teatrale di Goldoni, il seguito del primo capitolo (“La donna di garbo”, in scena la scorsa primavera) della ‘saga’ della bella e furba cameriera veneziana.

La ‘vedova scaltra’ è lei, Rosaura. A due anni dalla morte del consorte, un anziano avvocato fiorentino da cui ha ricevuto una cospicua eredità, la ragazza è decisa a prendere nuovamente marito ma deve vedersela con la corte serrata di quattro spasimanti, che riesce a tenere a bada con modi gentili e, appunto, garbata ironia. Tuttavia, nonostante l’interesse per uno di loro, Rosaura vuole mettere alla prova la fedeltà degli uomini che le ronzano attorno, tendendo loro un tranello con la complicità della fidata Marionette, una serva di origini francesi ben trapianta sul suolo italico. 

Con tali presupposti, gli elementi per passare un paio d’ore in allegria ci sono tutti. E’ bene però dire che la riuscita rappresentazione non sta solo nella trama goldoniana, quanto anche nelle interpretazioni dei vari attori, a partire da Debora Caprioglio, sempre più a suo agio nei panni della scaltra Rosaura. Questa volta affiancata da una spalla non da poco, Daniela Morozzi, che da voce a Marionette la quale, oltre a divertire con battute e riflessioni ad alta voce sui corteggiatori della sua padrona, sembra fare da collante tra i vari personaggi. Particolarmente divertenti sono gli scambi di battute con Monsieur Le Bleau, impersonato da Emanuele Barresi che, oltre a curare la regia, si è ritagliato ancora una volta uno spazio sul palcoscenico, caricando molto il suo personaggio con moine e leziosità al limite della stucchevolezza. Non meno buffi e simpatici sono anche gli altri tre spasimanti, un milord inglese, un nobile spagnolo e un conte italiano, che solo a citarli sembra una barzelletta. Ultima ma non meno importante Eleonora, una ragazza frivola dalla vocina infantile, che non ha la stessa fortuna in amore di sua sorella Rosaura.

Il lieto fine non manca ed è tutto sommato, anche abbastanza prevedibile. Interessante è però lo studio dei personaggi maschili, che incarnano le peculiarità dei rispettivi paesi di provenienza, ma soprattutto alcuni tratti negativi dei comportamenti, come la gelosia, l’avarizia, la freddezza in amore. Quattro profili di uomini messi in riga da Rosaura, nuovamente portatrice di quella saggezza popolare mista ad una sagacia tutta femminile che le consente di capire “dove il diavolo tiene la coda” e comportarsi di conseguenza.

Visto il 10-10-2014
al San Babila di Milano (MI)