LA VERA STORIA DE LA STORIA VERA

La storia vera è un racconto …

La storia vera è un racconto …
La storia vera è un racconto in due libri dello scrittore greco Luciano Di Samosata, vissuto nel I secolo dopo Cristo, nel quale si narrano le vicissitudini di un gruppo di Elleni che, nel loro viaggio oltre le colonne d'Ercole, incontrano esseri mezze donne e mezze viti, vengono inghiottiti da una balena e raggiungono la luna, facendo conoscenza dei loro strani abitanti... Un racconto parodico che vede con occhi disincantati e laici certe consuetudini letterarie mettendole alla berlina inneggiando all'intelligenza e all'autonomia di pensiero degli esseri umani. Il testo ha avuto una fortuna ininterrotta fino ai giorni nostri, Gianluca Riggi lo affronta riscrivendone alcuni episodi secondo un doppio percorso, quello di un nuovo incipit narrativo (la presenza, tra gli Elleni, del bellissimo Chiunaraa che fa innamorare di sé tutte le donne, umane e non, che lo incontrano) e il dialetto popolare tramite il quale ognuna racconta la propria passione, il proprio modo, carnale e morboso, di desiderare un uomo dagli occhi di ghiaccio che non si concede mai loro. Che siano gli esseri mezze donne mezze viti, o le lucerna dell'isola Lucernaia o la balena che inghiotte tutti gli Elleni (ma Chiunaraa è troppo bello per essere digerito) queste donne, o meglio, questi io narranti femminili, deliziano lo spettatore con la loro ossessione d'amore. Veneto, calabrese, romano, molti sono i dialetti che Gianluca Riggio impiega nel tratteggiare i personaggi femminili che lui stesso interpreta, in un allestimento scenografico semplice ed elegante: un drappo scuro che parte come un costume, un pantalone lungo, una gonna, un abito antico che cinge vita e fianchi di Gianluca (che rimane spesso a torso nudo a ribadire la natura maschile del suo corpo recitante) che si propaga a dismisura invadendo tutta la scena, divenendo esso stesso scena, anche il ventre gigante della balena, entro cui gli Elleni si danno guerra, comicamente lottando per prendersi e lasciarsi prendere sessualmente dai compagni (ma Chiunaraa no, lui è troppo veloce e troppo bello...). Ai racconti-monologhi di Gianluca delle ...innamorate di Chiunaraa (bono come le puntarelle co' le alici) si alternano due partner femminili che traducono la sua verve affabulatoria in un gesto scenico essenziale e icastico come quello delle circonvoluzioni di Roberta Castelluzzo (che firma anche la regia) la quale attraverso l’acrobatica (il cerchio e la corda aeree), in un continuo con-fondersi tra verso e movimento, tra emozione del verso e quello del gesto, si muove sinuosa col suo corpo atletico, mentre Alessandra Lanciotti declama versi o si fonde con Roberta nel creare una delle creature fantastiche di Luciano, pardon, di Gianluca. Un tributo all'amore impossibile (perché non ricambiato) di una donna, di tante donne, appartenenti al genere umano e non, per un uomo che sa curarsi solo di se stesso (ma si chiede se le balene abbiano un'anima) ed è pronto a partire per nuovi lidi, incurante dell'amore che fa nascere e del dolore che impartisce. Una rilettura elegante del femminile in quanto aperto all'altro da sé, e del maschile che, al contrario, incapace di guardare a qualcun altro oltre che a se stesso, sa solo farsi amare. Un amore per quella bellezza del giovane maschio, apprezzata dagli antichi greci (senza che questo metta in discussione l'amore per le donne o la loro virilità), in una società molto più moderna di quella in cui oggi presuntuosamente crediamo tutti di vivere. La vera storia de la storia vera è un incanto, un sogno, la rinascita di un mito, uno spettacolo magico, semplice eppure complesso, etereo eppure toccante e pungente, nel quale ognuno si ritrova, chi in Chiunaraa e chi nelle sue amanti. Presentato per la prima volta nel 2003, ricevendo la “Menzione speciale alla Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo” viene ora riproposto al Teatro Furio Camillo. Un'occasione per lasciarsi incantare e sedurre da uno spettacolo per il quale, come le donne per Chiunaraa, possiamo dire bello, bello e bono. Teatro Furio Camillo, dal 5 al 17 maggio 2009
Visto il
al Furio Camillo di Roma (RM)