Prosa
L'AMICO DEL CUORE

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Ritorna a far ridere L'amico del cuore, commedia scritta e diretta da Vincenzo Salemme già nel 1991 col titolo L'ultimo desiderio, e che ha anche dato vita all'omonimo film nel 1998. La commedia questa volta non è una semplice rappresentazione teatrale in cui gli spettatori guardano e ascoltano gli attori sul palcoscenico: in questa nuova rappresentazione anche il pubblico è attivamente coinvolto nello spettacolo essendo chiamato a rispondere ai dubbi e alle domande che attanagliano Michelino Seta (Biagio Izzo), già posti nella scena iniziale nel dialogo tra Padre Leonardo (Francesco Procopio) e Roberto Cordova (Mario Porfito), circa la liceità della richiesta come ultimo desiderio, prima di sottoporsi ad una pericolosa operazione dello stesso Roberto, di passare una notte d'amore con la bella Frida (Yuliya Mayarchuck), moglie di Michelino. Che farebbe un marito ad una richiesta del genere da parte del suo migliore amico? E come si comporterebbe la signora moglie? Con questo stratagemma, accade che ogni replica sia sempre diversa da quella precedente, suscitando sorpresa e curiosità nello spettatore.

La recitazione di tutti i personaggi, da Geremia (Samuele Sbrighi) alla madre Luisa (Adele Pandolfi), alla ginecologa (Luana Pantaleo) si presenta sempre molto affiatata, generando una travolgente macchina comica; in particolare nel trio Izzo/Porfito/Procopio si rivedono i personaggi di Carlo Buccirosso, Vincenzo Salemme e Maurizio Casagrande, ed è importante notare come Biagio Izzo, in linea con la sua vena comica, interpreti diversamente il personaggio di Michelino: se il Michelino di Buccirosso era un personaggio angosciato, quello di Izzo è più spavaldo e mette in scena soprattutto la finta amicizia tra Michelino e Roberto, cosa che con Buccirosso non era messa in particolare rilievo.

L'opera, oltre a generare grandi momenti comici propri della commedia degli equivoci, mette in scena proprio quelle che sono le sfaccettature delle personalità umane che, travestendosi di maschere, non fanno che accentuare la loro stessa diversità nel rapporto tra le persone, e l'idea che ci si può fare di una persona nonostante la maschera indossata voglia nascondere proprio ciò che invece emerge di più.

Visto il 19-12-2015
al Cilea di Napoli (NA)