Musical e varietà
L'AMICO MAGICO CONCERTO A DUE VOCI DI FEDERICO FELLINI E NINO ROTA

L'idea, nella sua semplicità,…

L'idea, nella sua semplicità,…
L'idea, nella sua semplicità, è di quelle grandiose: raccontare sul palcoscenico l'incontro artistico e umano tra Federico Fellini e Nino Rota, l'autore delle musiche dei suoi film. Fu proprio Fellini, quando ne scrisse il necrologio sul "Messagggero", a riferirsi a Nino Rota come a un amico magico e lo spettacolo riprende il soprannome per coniugare la magia della musica di Nino (grazie alle esecuzioni al pianoforte di Angela Annese) con quella delle parole di Federico (grazie a Milena Vukotic). L'inizio è emozionante. Milena Vukotic fa il suo ingresso in scena accennando passi di danza sulla musica di Rota e racconta del suo incontro con il mondo del cinema (lei che voleva fare la ballerina) e con Fellini, quando recitò per lui in Giulietta degli spiriti. Poi, volendo condividere con noi alcuni pensieri di Federico, ce ne legge alcuni brani (letteralmente, da un quaderno rilegato). Ne emerge, per chi lo ingnorasse, un Fellini arguto scrittore e fine osservatore dell'uomo e della donna. Dopo un quarto d'ora, però, si capisce che non dobbiamo attenderci nient'altro, lo spettacolo è tutto lì. Milena ce la mette tutta nella lettura: è precisa, ha una dizione perfetta, sa coniugare sentimento ed emozione, nessuno potrebbe fare meglio di lei ma, dispiace dirlo, L'amico magico annoia. Annoia perché manca di una vera e propria idea di spettacolo. Gianfranco Angelucci, che ne firma la regia, propone con ripetitiva alternanza brani di Rota (dei quali non ci è dato sapere nulla, il film per cui sono stati scritti, o l'anno di composizione, nemmeno se la versione per pianoforte è originale del Maestro o è stata trascritta da qualcun altro...) a scritti di Fellini (tratti da dove? Non ci è dato saperlo) mancando completamente lo scopo di coniugare le parole con la musica. Musica e parole invece di costituire una partitura complessa per un momento squisitamente teatrale (visto che sono portate su di un palcoscenico) si limitano ad alternarsi l'una con l'altra arrivando a volte sovrapporsi col risultato nefasto di non far ben intendere nè le une né le altre. Mentre all'inizio Milena, tra una lettura e l'altra, con i suoi commenti raccontava qualcosa di Federico e di se stessa, successivamente si limita a dire parole di circostanza che servono solo a fare da liason tra un brano e l'altro del florilegio felliniano mentre la musica di Nino finisce per avere una mera funzione esornativa (e Milena, durante l'esecuzione dei vari brani, aspetta, più in ambasce che in estasi). Dov'è il teatro? Ne l'amico magico non ce n'è traccia. La musica non fa nascere in scena alcun momento teatrale (tranne le rare volte in cui a Milena è concesso di essere attrice e non lettrice), ma la bravura che dimostra come ballerina e come mimo fa solo venire nostalgia per lo spettacolo che L'amico magicopoteva essere e non è. Al di là della forma è la sostanza de L'amico magico a deludere. Si parla di cinema e non si vede nemmeno un'immagine in movimento (solamente le tante, bellissime fotografie, anche queste se tratte dai film o scattate da un fotografo di scena non ci è dato sapere). Nulla ci è dato sapere della carriera di Rota né di quella di Fellini, non uno spunto critico, un racconto sul loro modo di lavorare insieme, sulla storia del cinema e della musica per film e sul posto che entrambi vi occupano. Tutto è proposto da un punto di vista aleatorio, un approccio al mondo del cinema e della musica etereo più che magico il cui effetto sullo spettatore è solo quello di incuriosirlo sulla produzione di Rota (inducendolo ad andare a cercare qualche incisione su cd da sentire comodamente tra le mura domestiche) e sul Fellini scrittore (e in libreria lo spettatore rimarrà disorientato per la vasta produzione di scritti di e su di lui...). Per chi scrive la più grande delusione, però, è stata quella di veder sprecare il talento immenso di Milena Vukotic, relegata al ruolo di lettrice, che lei esegue con una bravura pari alla sua umiltà di attrice. Certo il teatro Ghione è accogliente, la musica di Rota commovente, e uscire è sempre meglio che rimanere in casa a vedere la tv, ma L'amico magico rischia fortemente di vincere il primo premio nella categoria occasioni mancate. Roma, teatro Ghione, dal 16 al 26 dicembre 2008
Visto il
al Ghione di Roma (RM)