In scena al Teatro Baretti, mercoledì 27 aprile, la prima serata della trilogia dedicata alle creazioni letterarie di Rosa Mogliasso, scrittrice e drammaturga torinese, divenuta famosa grazie alla Selezione Premio Bancarella 2010 per il romanzo di esordio L'assassino qualcosa lascia, la prima indagine del commissario Barbara Gillo. Ed è proprio da questo romanzo che l'Associazione Baretti, guidata dal regista Davide Livermore, in collaborazione con la stessa autrice, decide di dare avvio alla trilogia che si dispiegherà fino al 30 aprile, con altre due opere adattati a lettura drammatizzata.
La messa in scena dei romanzi ha portato alla creazione di un format che ricorda molto da vicino i radiodrammi a teatro, soluzioni abbastanza in voga nel contemporaneo. Il pubblico entra in sala con la gradita possibilità di accomodarsi anche sul palco ai lati della scena, laddove solo qualche sedia, un tavolo e la regia dominano, mentre gli attori, vestiti di nero con camicia o maglietta rossa, attendono scrutando il buio per l'inizio. Come i radiodrammi di una volta, la voce di una speaker attrice scandisce titolo e suddivisione drammaturgica, 30 quadri, e un numero molto elevato di personaggi, coperti dagli abilissimi attori della Compagnia, che da diversi anni realizza insieme spettacoli, letture e serate teatrali, affrontando quasi tutti almeno due o tre personaggi. Nonostante il formato di lettura scenica, con copione in mano e non su leggio, la possibilità di creare azioni e piccole azioni di evocazione per i personaggi e per la descrizione degli eventi rendono la messa in scena agevole e immaginifica, complice anche una selezione musicale azzeccata ed un scansione luminosa discreta ma efficace.
La trama è avvincente e i personaggi delineati con abilità caratteriale dagli attori della compagnia, pur spiccando fra tutti l'ottimo Sax Nicosia, offrono al pubblico più di novanta minuti di azione, intreccio criminale e vicende amorose. La vicenda coinvolge i commissari Gillo e Zuccalà, incaricati di indagare sul delitto di una ragazzina, figlia di una famiglia molto bene di Torino, scoprendo però che molti altri personaggi, ben più torbidi e pericolosi, vi sono coinvolti; e sullo sfondo una Torino familiare e minacciosa a un tempo, tra delinquenti istruiti e poliziotti stressati, si snoda una vicenda tragica e irresistibilmente comica, ricca di piani minuziosi e scherzi del destino. I personaggi comici e ben caratterizzati si rifanno ad un ambiente sabaudo che risuona famigliare al pubblico e lo porta molto spesso alla risata, scandagliando in maniera trasversale dagli alti salotti borghesi fino alla vita da strada, dalle famiglie più ricche e potenti della città fino ai travestiti di origine cuneese che battono nelle periferie più degradate.
Nel complesso un viaggio evocativo e ben realizzato dall'Associazione Baretti, certo ridotto all'osso da un formato, come quello del radiodramma scenico, che toglie la specificità del mezzo teatrale, ma che trova un connubio interessante per la resa dei romanzi ottimamente scritti da Rosa Mogliasso. Da segnalare la simpatica partecipazione di Orlando Perera, noto ex volto della TGR Piemonte, che si è prestato ad interepretare il ruolo di se stesso nei notiziari che scandiscono la riscrittura drammaturgica.
Una serata di intrattenimento egregiamente recitata e ben orchestrata, che strizza l'occhio ad un pubblico sempre più affamto di affabulazioni gialliste e noir.