Prosa
L'AVARO

Un avaro molto popolare

Un avaro molto popolare

Il teatro comunale Luigi Pirandello di Agrigento alza il sipario della nuova stagione con L'avaro, il famoso capolavoro di Moliere.
Il protagonista Arpagone, uomo spilorcio ed egoista, ricco borghese che vive a Parigi, a causa della sua avarizia costringe i suoi familiari a vivere ai limiti della miseria e a chiedere in prestito il denaro per ogni loro bisogno, al punto di ritrovarsi addirittura nei panni di usuraio nei confronti del figlio. Ma la mortificazione della progenie riguarda anche e soprattutto i loro sentimenti: per interesse sceglie lui i loro sposi e si scopre perfino a disputarsi la fidanzata del figlio.
A vestire i panni di Arpagone è l'apprezzato attore siciliano Pippo Pattavina, che del taccagno e meschino personaggio ne fa una salsa catanese infarcita di sketch del suo noto repertorio cabarettistico. Ne viene fuori una figura che forse tradisce l'originaria volontà dell'autore francese. Perchè Arpagone/Pattavina fa della sua grettezza una esilarante arma di comicità, al punto d'apparire spesso simpatico: un adulterio nei confronti della volontà fustigatrice di Moliere, l'autore della 'svolta' verso il teatro moderno. 
Un dissenso perdonabile, soprattutto da parte del pubblico, se d'altro canto si riesce a rendere  la rappresentazione 'popolare', divertente e 'allineata' alla 'vecchia' commedia dell'arte.
Accanto a Pattavina non sono purtroppo risultati all'altezza gli altri protagonisti, forse per una 'stridula' impostazione dei personaggi, forse per la regia di Angelo Tosto che, volendo innalzare i ritmi, ha ottenuto il risultato di alzare, forse troppo, i volumi, i toni e la cadenza recitativa, con il rischio a volte dell'incomprensione.
Alla fine comunque non sono mancati i calorosi applausi all'amato settancinquenne attore di Lentini, come non sono mancati alla giovanissima Cindy Cardillo che ha vestito molto bene i panni di Freccia, il giovinetto cameriere di Cleante, figlio di Arpagone.
Unica nota veramente stonata di questa rappresentazione è stato l'orario:inizialmente spostato dalle ore 21,00 alle ore 19,30, il sipario si è alzato alle ore 20,00, proprio all'umano orario del pasto serale.
Come a dire... chi ama il teatro rinunci  alla cena.

Foto di scena di Diego Romeo
 

Visto il 16-11-2012
al Cannata di Melilli (SR)