Lirica
LE AVVENTURE TEATRALI

Jesi (Ancona), teatro Pergole…

Jesi (Ancona), teatro Pergole…
Jesi (Ancona), teatro Pergolesi, “Theatralische Abentheuer”, musica di Cimarosa e Mozart, testo di Goethe e Vulpius Jesi (Ancona), teatro studio Valeria Moriconi, “Stabat Mater”, di G. B. Pergolesi e “Cantata per la passione – Grassmusik” di W. A. Mozart IL MIO CUORE E’ ANCORA INCLINE A QUEGLI ERRORI DI UN TEMPO La Fondazione Pergolesi Spontini è nata sei anni fa per studiare e valorizzare il patrimonio storico legato a due protagonisti della cultura musicale europea, nati entrambi nelle Marche a pochi chilometri uno dall’altro, che ricevettero la formazione musicale nel Conservatorio di Napoli (tanto che l’Europa li accolse come “maestri di scuola napoletana”): Giovanni Battista Pergolesi e Gaspare Spontini. La prima edizione del Festival, nel 2001 (centocinquantesimo anniversario della morte di Spontini), è stata dedicata alla sua attività di “compositore dell’imperatrice” Joséphine, moglie di Napoleone Bonaparte. La seconda ha proposto un viaggio artistico in Europa, quando l’italiano era la lingua ufficiale della musica, partendo dall’Olimpiade di Pietro Metastasio musicato da Pergolesi. La terza ha approfondito il tema del Romanticismo tedesco, in piena fioritura negli anni in cui Spontini era a Berlino. La quarta è stata animata da “La serva padrona”, di Pergolesi, trait d’union tra Napoli e Parigi, allora capitali della musica europea. La quinta si è intitolata “Viaggi. Musiche dell’addio, della lontananza e del ritorno”, sviluppando il tema settecentesco del viaggio in Italia e quello romantico del Wanderer, accostati all’esperienza dei compositori-viaggiatori come Spontini. La ricerca dell’immagine mozartiana apparsa a Spontini negli anni parigini e berlinesi è il tema dell’attuale Festival (“Spontini e Mozart all’ombra di Pergolesi”, questo il titolo), che intreccia anche un motivo pergolesiano, la figura del genio destinato a morire nel pieno della giovinezza perché “caro agli dei”, prefigurazione di Mozart. Non si sa quando Spontini abbia incontrato la musica di Mozart, ma le prove della frequentazione sono numerose. Dal suo arrivo a Parigi nel 1802 Spontini dà segno di una conoscenza non casuale delle opere del salisburghese; forse ascolta il Requiem nel 1803 diretto da Cherubini. Poi ne diventa un interprete di riferimento: dirige il primo Don Giovanni a Parigi e tutte le opere mozartiane a Berlino. Entra in corrispondenza con Constanze, vedova Mozart e permette la pubblicazione della prima biografia mozartiana (scritta dal secondo marito di Constanze) promovendo una pubblica sottoscrizione. E ancora, a Berlino entra in contatto con Goethe, con il quale condivide l’amore per Mozart. Il Festival, che in pochi anni si è imposto all’attenzione europea, si è aperto con “Theatralische Abentheuer” (Le avventure teatrali), di Goethe e Vulpius su musiche di Mozart e Cimarosa, un nuovo allestimento in prima esecuzione assoluta in epoca moderna. L’opera è un pastiche che mette insieme i pezzi musicali di due operine buffe di fine Settecento (“L’impresario in angustie” di Domenico Cimarosa e “Der Schauspieldirektor” di Mozart) incentrate sulla satira sul mondo teatrale e che mostrano i preparativi per l’allestimento di una nuova opera. A unire i numeri musicali delle due opere intervenne all’epoca la mano sapiente di Goethe che ne scrisse il libretto in tedesco insieme a Vulpius, suo cognato, nel periodo in cui Goethe si occupava della programmazione del teatro di corte a Weimar. Delle varie edizioni realizzate, a Jesi è andata in scena quella del 1797. Poiché né rimangono i soli numeri musicali, il regista Italo Nunziata e il consulente scientifico del Festival Vincenzo De Vivo hanno ideato la figura di un narratore che ha creato un collage fra i veri momenti musicali, recitando frammenti tratti da vari scritti in cui Goethe ripercorre il fascino esercitato dalle tavole del palcoscenico e dal processo della creazione teatrale: la parte recitata è intensa e romanticamente significativa (il titolo della recensione è tratto da un passaggio del secondo atto). Il risultato, ambientato nei primi anni dell’Ottocento (scenografia color tortora di Pasquale Grossi), è godibile e leggero, nonostante l’inesistenza di una trama. Corrado Rovaris ha diretto con mano sicura l’Accademia I Filarmonici; nel cast ha brillato Damiana Pinti, bella voce e notevoli capacità attoriali. “Musiche per la passione” è il titolo in cui sono stati riuniti “Stabat mater” di Pergolesi in fa minore e Grassmusik KV 42/35a di Mozart, splendidamente suonati dall’Accademia bizantina diretta da Ottavio Dantone nel teatro studio Valeria Moriconi (la ex chiesa di San Floriano). Gli archi dell’orchestra hanno raggiunto un livello di eccellenza, accompagnati al basso continuo dallo stesso Dantone, che ha mirabilmente equilibrato i momenti più lenti ed intensi ed i momenti più ardenti della partitura pergolesiana, sottolineando con guizzi interpretativi gli slanci emozionali di una scrittura musicale che è già prefigurazione dell’intensità pienamente romantica. Mentre il Festival prosegue nei luoghi più suggestivi della Vallesina, resta aperta con ingresso gratuito presso il Palazzo della Signoria di Jesi la mostra “Spontini e Mozart”, curata da Vincenzo De Vivo (consulente scientifico del Festival) e Rosalia Bigliardi e che tratteggia il rapporto tra i due musicisti come emerge dai documenti del periodo berlinese del maiolatese (1820/1841) e soprattutto dal suo carteggio con sua moglie e con la vedova Mozart. La maggior parte dei documenti è custodita nella biblioteca Platettiana di Jesi e provengono dall’archivio del procuratore legale di Spontini a Berlino. FRANCESCO RAPACCIONI Visti a Jesi (AN), teatro Pergolesi, il 1° settembre, e teatro studio Valeria Moriconi, il 4 settembre 2006
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