Baruffe chiozzotte di Carlo Goldoni, allestite dal Teatro Stabile del Veneto con la regia di Paolo Valerio, sono uno spettacolo teatrale in cui il cast è perfettamente affiatato ed il successo è da attribuire all’ottimo lavoro di ensemble.
Non è frequentissimo assistere ad uno spettacolo teatrale in cui il cast sia perfettamente affiatato ed il successo sia da attribuire all’ottimo lavoro di ensemble, piuttosto che al talento di pochi che fanno da traino del resto della compagnia. Al contrario LeBaruffe chiozzotte di Carlo Goldoni, allestite dal Teatro Stabile del Veneto con la regia di Paolo Valerio, sono un eccellente lavoro di insieme in cui tutti forniscono il loro significativo contributo.
Regia puntuale ma discreta
L’impostazione di Valerio coglie molto bene lo spirito corale del testo. La regia è puntuale ed accurata ma allo stesso tempo discreta, quasi invisibile, attenta a non soverchiare gli attori che, al contrario, liberi da sovrastrutture, possono esprimersi al meglio. Lo spettacolo, di impianto tradizionale, è molto efficace nella sua semplicità grazie alle scene di Antonio Panzuto ed ai costumi di foggia settecentesca di Stefano Nicolao.
L’azione si svolge su un palcoscenico vuoto delimitato da una quadratura bianca, sapientemente illuminata dalle luci di Enrico Berardi. Le case delle due litigiose famiglie sono caratterizzate solo da alcune sedie sistemate su due pedane agli angoli posteriori del palcoscenico, mentre una scrivania a proscenio identifica l’ufficio del Cogitore.
All’interno di questo ambiente i vari personaggi si muovono con spontaneità, forti della loro caratterizzazione, e commuovono, divertono, coinvolgono lo spettatore con la loro umanità. Nonostante il dialetto che si parla nella commedia non sia il vero chioggiotto, quanto piuttosto una sorta di lingua popolare reinventata da Goldoni partendo dal veneziano, è riuscitissimo anche lo scrupoloso lavoro di ricerca linguistica e della corretta cadenza compiuto sotto la consulenza di Piermario Vescovo, che raggiunge l’apice nello spassoso personaggio di Fortunato Interpretato da Valerio Mazzuccato.
Un cast impeccabile ed affiatato
Ma il successo dello spettacolo va condiviso tra tutti gli attori che danno il meglio di sé in questo eccellente lavoro d’ensemble, a partire dalle due bisbetiche rivali Lucietta (Anna Tringali) e Checca (Margherita Mannino), che si contendono l’amore di Titta Nane (Francesco Wolf). Michela Martini è una solida Madonna Pasqua, mentre il gruppo delle donne è completato da Stefania Felicioli (Libera) e Francesca Botti (Orsetta).
Autorevole Giancarlo Previati nel patriarcale ruolo di Paron Toni cui si affiancano il fratello Beppo di Riccardo Gamba, il Vincenzo di Leonardo de Colle e il Toffolo di Luca Altavilla, mentre i ruoli “istituzionali” del Cogitore e del Comandatore sono affidati a Piergiorgio Fasolo e Vincenzo Tosetto.