Lirica
LE BRACI

Braci incandescenti

Braci incandescenti

Il Festival 2015 della Valle d’Itria si apre con un’opera contemporanea in prima esecuzione nazionale, Le braci di Marco Tutino, uno degli autori italiani di oggi più rappresentati al mondo (viene spontaneo chiederci come mai un Festival nato e conosciuto per dar voce a opere cadute nel dimenticatoio del tempo abbia speso le sue energie per commissionarla), ispiratosi a uno maggiori successi editoriali degli ultimi anni, il romanzo omonimo dello scrittore ungherese Sándor Márai. Tutino aveva abbozzato quest’opera in un atto unico lo scorso anno per il concorso ungherese del Festival di Armel; l'opera è arrivata ora a Martina Franca rivista, corretta e in prima assoluta per il pubblico italiano. L’epoca è quella del disfacimento dell’impero austro-ungarico in cui due amici, Henrik e Konrad, si ritrovano insieme dopo 40 anni in un castello, reso ottimamente dalle scene di Tiziano Santi come una decadente e lussuosa sala in rovina. Essi hanno in comune la febbrile passione per una donna, Kristina, che aveva sposato Konrad. Sulla stanza, come sulla campagna circostante, aleggia un vento di morte, ricreato in una scena che ricorda molto un film noir d’autore; la morte infatti si rivelerà essere il filo conduttore di quest’opera, che emergerà solo alla fine, in un inaspettato colpo di scena, in cui sia la musica che la regia riescono a immergere lo spettatore. I due amici tornano a riflettere e discorrere su fatti occorsi moltissimi anni prima, quando erano entrambi giovani con continui flash back sulla loro vita, resi perfettamente dalla sapiente regia del martinese Leo Muscato. Nella musica di Tutino emergono rimembranze di Puccini, Rota, Morricone, una musica volutamente soffocante, forte e drammatica, che mirabilmente contribuisce a portare lo spettatore all’inaspettato finale nella tensione creata dai continui flash back. Congruenti e appropriati i costumi di Silvia Aymonino.

La direzione, affidata al maestro Francesco Cilluffo alla guida dell’Orchestra Internazionale d’Italia, è riuscita a far risaltare gli echi di valzer che la musica di Tutino ha.

Molto bravi i cantanti, tra cui emerge indubbiamente Roberto Scandiuzzi in Henrik: la sua voce autorevole ha attirato l’attenzione del pubblico, anche per l'immedesimazione nel personaggio; Scandiuzzi è riuscito decisamente a unire la presenza scenica e interpretazione vocale. Nel ruolo dell’amico Konrad un superbo Alfonso Antoniozzi, convincente scenicamente quanto vocalmente, decisamente un ruolo estraneo al suo repertorio ma che ha tratteggiato con cura. Il giovane e promettente soprano Angela Nisi ha delineato una Kristina aggraziata, merito della sua voce leggera e cristallina, creando un personaggio etereo e ultraterreno. Evanescente la Nini del mezzosoprano Romina Tomasoni, dalla voce corposa e dalla buona tecnica. Bravi Davide Giusti e Pavol Kuban nei ruoli dei giovani protagonisti durante i flash back del racconto. Sempre consona la presenza del gruppo di danzatori Fattoria Vittadini.

Visto il
al Verdi di Martina Franca (TA)