Le bugie hanno le gambe lunghe è una drammaturgia scritta da Eduardo De Filippo nel 1946, una commedia che denuncia la nuova borghesia post- bellica italiana. La medesima classe sociale descritta e accusata anche da Vitaliano Brancati negli stessi anni.
Dopo la guerra, il rimpasto sociale offre succulente possibilità di sciacallaggio e improvvisamente uomini di classi meno abbienti si trasformano in signori “dimenticando” e ricostruendo con la fantasia il loro passato e il percorso che li ha guidati fino al presente. Nella sfera lavorativa, in quella amorosa, la verità veste un abito che palesemente non le appartiene.
Luca De Filippo decide di riportare in scena questa commedia quanto mai attuale. La regia risulta pulita, senza sbavature. Il livello attoriale dell’intera compagnia è omogeneo e sapiente, spicca la bravura di Anna Fiorelli, anche lei figlia d’arte, e Fulvia Carotenuto, le quali mantengono per entrambi gli atti un ritmo perfetto.
Certamente un plauso particolare va a Luca De Filippo, il quale con grande umiltà, e spingendosi con coscienza fino a dove sa di poter arrivare, porta in scena oltre alla drammaturgia Eduardo stesso attraverso accenni di mimica facciale e sfumature tonali. Il risultato è una messa in scena gradevole che sa sottolineare con delicatezza, e al tempo stesso con fermezza, il linguaggio grottesco di De Filippo padre.
L’unica stonatura si registra nella scelta della scenografia eccessivamente didascalica e pesante che opacizza la brillantezza della piéce.