Lirica
LE NOZZE DI FIGARO

I vincitori del Concorso Toti Dal Monte 2018 affrontano “Le nozze di Figaro”

Le nozze di Figaro
Le nozze di Figaro

Eccoli finalmente in scena i vincitori del Concorso “Toti Dal Monte” edizione 2018. Opera prescelta, Le nozze di Figaro, capolavoro mozartiano che aveva dato modo di mettere in gara un bel numero di personaggi.

Eccoli finalmente in scena i vincitori del Concorso “Toti Dal Monte” edizione 2018. Opera prescelta, Le nozze di Figaro, capolavoro mozartiano che aveva dato modo di mettere in gara un bel numero di personaggi. Arrivati al dunque, possiamo dire che le scelte della commissione giudicatrice – favorita da una cospicua affluenza di candidati - sono state particolarmente felici, facendo rimembrare agli aficionados della sala trevigiana i bei tempi della Bottega del grande Peter Maag.

Un sestetto di voci promettenti

Dunque vediamoli, questi ragazzi. Davide Giangregorio è un Figaro gagliardo, simpatico (e pure caustico e combattivo, quando serve), sempre fresco ed agile nella irruente vocalità. Francesca Tassinari consegna una Susanna morbida e deliziosa nell'emissione, maliziosa e sbarazzina nel carattere Christian Federici delinea a perfezione il suo Conte: ora volitivo ed arrogante, ora autoritario eppur elegante, con una colonna di fiato vigorosa e densa di colori. Yulia Gorgul crea una Contessa dal canto tenero e vaporoso, sempre presente nelle agilità però mai leziosa, naturalmente incline alle mezzetinte della melanconica figura.

Marta Piuda risolve con finezza e morbidezza vocale le tempeste ormonali del giovane Cherubino; Francesca Cucuzza consegna una Marcellina finemente definita nel carattere; al posto della vincitrice della parte di Barbarina - Hanna Sosnowska – troviamo un valido sostituto, Sara Fanin. Non usciti dal concorso sono Baurzhan Anderzhanov - un calibrato e musicalissimo Bartolo – e Alfonso Zambuto, discreto interprete di Basilio e Don Curzio; Antonio è ben reso da Luca Scapin. Nell'insieme dunque, tirate le somme, una compagnia affiatata, stilisticamente consona e dalla travolgente vitalità. Solo il Coro Benedetto Marcello difetti talora un po' di grazia e di precisione. Ma non si può avere tutto.



Direzione e regia, elementi fondanti

Gran merito, nella buona riuscita di queste Nozze, spetta alla stringente direzione di Sergio Alapont, carica di fluidità, di nitore, di espressiva teatralità. Una lettura musicale che coglie appieno lo spirito dell'opera, fatta anche di deliziosi petits riens, e stacca tempi ariosi e spediti, che spingono in avanti il racconto; ma che non tralascia mai di guidare e sostenere con accortezza il giovane cast alle prese d'un compito sì gravoso. Peccato che i suoi sforzi vengano in parte frenati dall'Orchestra Città di Ferrara, che non sempre risponde con sufficiente precisione e varietà di colori. Ineccepibile l'accompagnamento al cembalo di Lorenzo Feder.

Anche la vorticosa regia di Francesco Bellotto ha i suoi bei pregi: aderente al fluire musicale e foriera di buone idee ben sviluppate; come quando chiama in scena, di tanto in tanto, i tecnici di palcoscenico a svelare il proprio lavoro. Senza nulla sacrificare del garbato divertissement comico-sentimentale cui siamo usi, Bellotto pone poi in evidenza una tematica presente in Beaumarchais, ma sottaciuta da Da Ponte e Mozart: cioè che la Rivoluzione Francese è di lì ad un passo, offrendo sfogo ad un Terzo Stato bramoso di rivalsa e di radicali cambiamenti.

Ecco quindi Figaro progettare con due complici, sulle note di «Se vuol ballare», un'assai brutale risposta alle angherie del Conte; ecco quindi spuntare, celata da una specchiera rococò, una ghigliottina pronta a far rotolar nobili teste, e dietro d'essa lo sventolio del vessillo tricolore dei rivoluzionari. Le idilliache scenografie, somiglianti a quelle di un teatrino di marionette, le aveva create Emanuele Luzzati per una precedente produzione del 2004; nuovi invece gli aggraziati abiti settecenteschi di Alfredo Corno.

Visto il 24-10-2018
al Comunale Mario del Monaco di Treviso (TV)