Lirica
LE NOZZE DI FIGARO

La prima volta di Strehler all'Opera di Roma

La prima volta di Strehler all'Opera di Roma

La prima volta di Giorgio Strehler al Costanzi: dalla Scala arriva a Roma lo storico allestimento delle Nozze di Figaro con scene di Ezio Frigerio, costumi di Franca Squarciapino e luci di Gianni Mantovanini, espressione di un certo modo altissimo di fare teatro tipicamente italiano. La regia, ripresa da Marina Bianchi, ricerca la verità del libretto e della musica e vuole trasmetterla al pubblico con la maggiore obiettività e comprensibilità possibili. La cifra registica e scenotecnica è riconoscibilissima e l'allestimento filologicamente perfetto proprio per la dichiarata intenzione di rispettare al massimo le indicazioni di Da Ponte e Mozart. Infatti Strehler conserva intatta la verve comica e le arditezze del testo e stempera gli attacchi alle istituzioni e all'assetto sociale che già gli autori avevano smorzato rispetto a Beaumarchais. Il sommo equilibrio che il regista ne trae permette di evidenziare alcune rivendicazioni e ribellioni, pur senza ostentazione, come se facessero parte del quotidiano, sottolineando che la vita e i sentimenti si trasformano con il passare del tempo, in una giornata che è metafora della vita stessa.

Sul podio Roland Boer dirige in modo dosato nei tempi, veloci ma non esagitati, salvo allargare quando si deve: l'inizio del secondo atto è struggente. Seppure il suono non sia particolarmente leggero e frizzante, si è apprezzato l'ideale raccordo tra buca e palco. Il Maestro si occupa personalmente del continuo al fortepiano e questo aiuta nei recitativi.

Rosa Feola è una Susanna furba e decisa, che poco o nulla indugia sul sensuale; molto spigliata dal punto di vista attoriale, la cantante ha voce sicura, facile all'acuto e piena nel registro centrale, usata sapientemente a tratteggiare le sfumature del ruolo: dopo Venezia nel 2011, una piacevole conferma la sua Susanna vivace e fresca. Markus Werba è un Figaro di straordinaria vitalità: la voce è di colore splendido e morbidissima, compatta nei medi, screziata nel grave e salda nell'acuto; la cura nei recitativi è massima e la pronuncia perfetta al punto che si impone come il protagonista assoluto. Michaela Selinger è un Cherubino dalla voce giusta ma che resta un poco incolore. Alessandro Luongo è un Conte prepotente, dalla voce morbida ed elegante. Eleonora Buratto è una Contessa stanca e demotivata, dalla voce sontuosa e grande, potente ma controllata; l'aria “Dove sono i bei momenti” è cantata con infinita e struggente dolcezza e il pubblico le tributa meritatamente un applauso interminabile. Aspra la Marcellina di Isabel De Paoli (è stata tagliata l'aria “Il capro e la capretta”). Adeguato il trio dei “don”: Bartolo è Carlo Lepore, Basilio è Matteo Falcier, Curzio è Saverio Fiore (ma la sua aria del quarto atto andava forse tagliata). Molto brava la Barbarina dalla voce pulita di Damiana Mizzi. Graziano Dallavalle è il caricaturale Antonio. Coro ben preparato da Roberto Gabbiani. Allo spettacolo hanno partecipato gli allievi della scuola di danza del teatro dell'Opera diretta da Laura Comi.

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