Dopo il debutto nel tempio della lirica con una Carmen che ancora una volta ha spiazzato tutti, pubblico e critica, suscitando approvazione e critiche per delle scelte registiche decisamente fuori dagli schemi, Emma Dante ritorna a Genova, per la prima volta alla Tosse, con uno dei suoi spettacoli, tra i più fisici e ricchi di simbologie.
Le Pulle, in palermitano le prostitute, ci racconta un universo simbolico, carnale, visuale posando una lente d’ingrandimento su una realtà emblematica, una delle tante facce della bella e contraddittoria Palermo. Rosy, Moira, Sara, Stellina, Ata, ovvero un universo fatto di violenze, disagi, sofferenze, sogni, pettegolezzi e tanta complicità, creature infelici, accomunate da un unico atroce destino di emarginazione.
Su dei tacchi a spillo, imparruccati, incipriati, agghindati fino all’eccesso, quattro travestiti e un transessuale ci regalano una carrellata di danze, confessioni, pettegolezzi e atteggiamenti provocatori, scimmiottando fino all'isteria ogni sorta di cliché sul desiderio. Come delle bambole gonfiate interpretano la commedia dei sentimenti, snocciolando uno dietro l'altra, speranze, sogni, ricordi, desideri e paure.
Show danzati, sedute di trucco, confessioni, canzoni e aspirazioni segrete vanno in scena tra sogni e incubi, sotto la bacchetta magica di tre fate meccaniche, la Parlante, la Danzante e la Cantante, incaricate di compiere il processo di metempsicosi che strapperà queste anime alla loro prigione maschia, tutta muscoli e rossetto, per restituirle, finalmente, a un’identità di “femmine”.
Emma Dante “sveste” i travestiti della sua città per svelarne meglio sogni e aspirazioni intime.
Tra siparietti musicali e danze convulse, questa "operetta amorale", maleducata e incurante delle buone maniere, messe da parte la grazia e il pudore, spiega il suo arsenale di tacchi a spillo, di corpi martoriati, tra lustrini e merletti, trascinandoci negli anfratti più nascosti e ripugnanti dell’animo umano.
Uno spettacolo scioccante, a tratti eccessivo forse, come del resto tutto il teatro di Emma Dante, espressionista e grottesco, senza mezze misure, atroce ed emozionante, un teatro che affascina e ripugna allo stesso tempo.
Da segnalare, per bravura e versatilità, le interpretazioni di Carmine Maringola, nei panni di Stellina, e Antonio Puccia, in quelli di Moira.
Visto il
27-01-2010
al
Della Tosse
di Genova
(GE)