Prosa
LE REGOLE DEL SAPER VIVERE NELLA SOCIETà MODERNA

MANUALE DI SOPRAVVIVENZA ALLA SOCIETà MODERNA

MANUALE DI SOPRAVVIVENZA ALLA SOCIETà MODERNA
“La sola idea di essere condannato a uno schema prestabilito mi atterrisce.” - Raymond Chandler - La vita quotidiana è scandita da riti e rituali, che organizzano nel tempo l’interazione e le relazioni sociali, assicurando la continuità e l’identità stabile di un gruppo, sia esso una più ampia collettività o un nucleo famigliare…in teoria. Infatti, la grande illusione della società moderna è che il semplice atto di dare un nome e una collocazione a tutto, a ogni singolo evento della nostra esistenza, possa permetterci di controllarlo, di determinarne il corso: se seguiamo regole e norme prestabilite, se riusciamo a stare dentro gli schemi sociali che ci vengono imposti, se adempiamo a rituali socialmente accettati e approvati, allora tutto andrà bene, tutto andrà come deve andare. “Nascere non è complicato, e anche morire è molto facile. Vivere perciò non è necessariamente impossibile. Basta seguire le regole e sapere che in ogni circostanza c’è una soluzione.” Le regole del saper vivere nella società moderna, commedia nera scritta dal drammaturgo francese Jean-Luc Lagarge, prematuramente scomparso a soli 38 anni, è un galateo di ironia, la cui protagonista è una Dame che ha il compito di enunciare e spiegare un divertente decalogo del bon-ton, norme di legge e d’educazione per affrontare legalmente tutti gli eventi più importanti della vita, quali nascite, fidanzamenti, matrimoni, separazioni, nozze d’oro e d’argento e finalmente la morte, tema ricorrente e onnipresente in tutto il monololgo; il testo è caustico e grottesco, e nella precisa ed elegante traduzione del famoso drammaturgo e regista Luigi Gozzi, scomparso l’anno scorso, serba intatto il suo sarcasmo efferato e la sua scorrevolezza. Le regole del saper vivere nella società moderna, di fatto, è un trattato “illuminista” sui riti e i miti della società moderna, che qui vengono analizzati in modo intelligente e ironico. L’interpretazione della “Dame” da parte dell’attrice Alessandra Frabetti, qui in uno stato di grazia, è magistrale e impeccabile: è riuscita ad alternare sapientemente toni leggeri e soavi di una donna d’alto rango esperta di cerimonie e cerimoniali sociali, passando con disinvoltura dal registro colloquiale a quello colto. La regia, curata da Marinella Manicardi, è divertente e divertita, caratterizzata da una leggerezza intelligente e da un’estrema eleganza. Nel testo ci sono ripetizioni, contraddizioni, ossessioni: la morte per esempio, che attraversa tutto il monologo o il colore bianco. L’allestimento è semplice e minimalista, dominato dal colore bianco, molto elegante ed essenziale: in scena solo l’attrice, uno schermo e pochi oggetti che svolgeranno funzioni diverse nel corso dello spettacolo e verranno utilizzati dalla Dame per spiegare come tutto, nella società moderna, sia soggetto alle regole, come ogni cosa è facilmente risolta ricorrendo ai dettami della buona educazione. Le parole della donna si alternano alle immagini proiettate sullo schermo, tratte dall’archivio nazionale del Film di Famiglia, che ci strappano sorrisi e suscitano moti di tenerezza e partecipazione: sono istantanee di vita vissuta, compleanni, matrimoni, battesimi, momenti di vita famigliare. La Dame si illude che rispettando le regole possa controllare le ipocrisie della convivenza sociale e avere la volontà di sedare le emozioni pubbliche e private, soffocandole sotto l’apparenza del decoro e del contegno, sebbene non sempre ci riesca…infatti Alessandra Frabetti, mentre interpreta svela, suo malgrado, l’ipocrisia,la falsità e il perbenismo interessato che si celano dietro i cerimoniali insensati che ci guidano nel corso della nostra vita: le regole che con ostinata precisione vengono declinate ed assunte come eterne e infallibili, una volta enunciate ad alta voce perdono tutta la loro solennità, risultando a tratti stupide e prive di senso, ovvero appaiono per quello che sono, contenitori inutilmente rigidi privi di contenuti. In realtà questo testo può essere anche considerato una sorta di manuale contro la paura: il rassicurante potere dell’etichetta, delle tradizioni, del rituale conosciuto e approvato dalla società è una protezione, una certezza, un rifugio dall’avvento del nuovo, del diverso, dell’ignoto, di ciò che mette in discussione il nostro modo di vivere e di pensare; avere a disposizione oggetti, persone, frasi convenienti, comportamenti decorosi permette di non correre rischi, di non dubitare. Il sodalizio artistico tra Marinella Manicardi e Alessandra Frabetti ci regala uno spettacolo raffinato, coinvolgente e intenso. L’estrema cura registica e l’indiscutibile bravura dell’interprete, che alterna toni “aggressivi” a momenti di estrema comicità, attraversati da slanci di divertita cattiveria e tagliente ironia, creano una messinscena intelligente, divertente, ma misurata, garbata, mai eccessiva, che permette di svelare la donna dietro la Dame.
Visto il 26-11-2009
al Delle Moline di Bologna (BO)