Ottimo spettacolo tratto dall’omonimo romanzo epistolare (ben 165 lettere!) di Choderlos De Laclos che, in questa versione teatrale, viene reinterpretato, prendendo spunto anche dal film uscito nel 1988 a cura di Stephen Frears. Nell'allestimento teatrale la giovane regista Silvia Giulia Mendola rivisita il testo in chiave simbolica, utilizzando una scacchiera, posta come sfondo, per evidenziare il gioco quasi meccanico e strategico dell’amore e delle passioni umane.
Choderlos De Laclos nel 1782 si propose con questa opera di descrivere non solo la società della Francia del XVIII secolo, ma in particolar modo di evidenziare i difetti peggiori dell’animo umano, come il cinismo, la colpa, il calcolo, la passione sfrenata e l’amore che si prende gioco della razionalità. E anche Silvia Giulia Mendola riesce benissimo a trasferire questi concetti, non abbandonando completamente la struttura epistolare, ma utilizzando le lettere come mezzo scenico. Due teli, uno bianco e uno nero come i colori della scacchiera, servono infatti non solo come vere e proprie missive, ma anche come strumento originale per i cambi di scena.
I cinque giovani attori interpretano molto bene il testo ed esprimono in modo trascinante gli stati d’animo e le diverse personalità dei personaggi, rendendo la rappresentazione avvincente e coinvolgente, dimostrando così il loro talento e la loro preparazione professionale. Unica scelta singolare, quella di far interpretare la zia di Valmont da un uomo (in questo caso Umberto Terroso): molto bravo, ma così “maschile” che il personaggio risulta un po’ grottesco e stride con il resto della rappresentazione, che ha invece una carica emotiva molto forte.
Lo spettacolo che debuttò nel 2005 guadagnandosi la Menzione d’Onore alla III edizione della Borsa di Lavoro istituita dall’Accademia dei Filodrammatici, dimostra anche questa volta grande qualità e merita sicuramente di essere visto. Brava la regista, bravi gli attori, ottime le scelte simboliche e scenografiche. In particolar modo convince la scelta di evidenziare l’amore che prende il sopravvento con la musica, il tango argentino, e con le coreografie di Alejandro Angelica.
13/01/2007
Teatro Olmetto - Milano
Repliche fino al 28 gennaio 2007
Visto il
al
Don Bosco
di Sondrio
(SO)