Prosa
LE ROI S'AMUSE (IL RE SI DIVERTE)

E il re continua a divertirsi

E il re continua a divertirsi

Il potere in salsa reality. Roba da buffoni e arroganti. La corte di Francesco I di Valois, nell’allestimento di Le Roi s’amuse, di Victor Hugo, firmato da Davide Livermore (che irrompe anche sulla scena nelle vesti del cortigiano che getta la maledizione su Triboulet), si trasforma in uno studio televisivo, con schermi al plasma e microfoni, dal quale va in scena un reality, con tanto di Re  e buffone che cantano Questa o quella – celebre aria del Rigoletto verdiano – come sigla.
E il potere mostra tutta la sua arroganza. Il buffone in questo caso è una drag queen, magistralmente interpretata da Sax Nicosia, molto toccante nel suo dilaniarsi interiore tra il suo ruolo di padre e quello di fantoccio asservito al potere (ma che da questo trae anche la propria forza e unicità).  Anche l’invidia dei cortigiani per questo buffone è ben espressa dalla regia di Livermore, che, con sapiente equilibrio utilizza per tutti e quattro gli attori in scena (oltre a Nicosia, Giancarlo Judica Cordiglia, nel ruolo di Francesco I, Valentina Arru e Caroline Pagani) la tecnica della distorsione vocale amplificata, a sottolineare ulteriormente l’elemento di finzione e teatralità che permea lo spettacolo. Tutto è un copione, l’amore non esiste, perché, dopotutto, “essere amati da una persona abbagliata solamente da una presenza, non significa essere amati”. Solo l’onore e la vendetta sembrano aleggiare in una dimensione reale. E verranno soddisfatti a caro prezzo. Ma il regista in questo allestimento compie anche una solida riflessione sull’arroganza del potere e sulle debolezze umane; e, in fondo, oggi come allora, continuiamo a riderne, incitati o meno dal buffone di turno.
 

Visto il 07-04-2011
al Baretti di Torino (TO)