Lirica
LE VILLI

Rovigo, teatro Sociale, “Le V…

Rovigo, teatro Sociale, “Le V…
Rovigo, teatro Sociale, “Le Villi” di Giacomo Puccini IL BALLO DELLE VILLI A conclusione del centocinquantesimo anniversario della nascita di Giacomo Puccini, dopo aver messo in scena Turandot, l’ultima opera del compositore, il Teatro sociale di Rovigo ha rappresentato Le Villi, la sua prima composizione lirica. Le Villi si presentano come un’opera – ballo in due atti su libretto di Ferdinando Fontana, andata in scena per la prima volta a Milano, Teatro Dal Verme, nel 1884; la soluzione, così estranea al Puccini successivo, era in gran voga nella seconda metà del XIX secolo e si rifaceva al grand opéra. Questo primo lavoro pucciniano già ci offre, al di là di alcune ingenuità stilistiche, lo stile e il carattere del musicista lucchese: i forti contrasti, la flessibilità della melodia, certi procedimenti armonici di sorprendente modernità, la scrittura orchestrale che privilegia strumenti dal timbro esotico. Qui le danze previste non si limitano a determinare situazioni sceniche come la festa di fidanzamento o il raduno delle Villi, ma riprendono certi ritmi di valzer che adombrano colori sensuali. Bella rappresentazione questa per la regia di Massimo Pezzutti, che ha cercato di darne una lettura tradizionale, cercando di salvaguardare tutti gli elementi iconografici, ma nello stesso tempo rivisitandoli attraverso una lettura stilizzata, asciutta, simbolica, che ne ha esaltata la drammaturgia intrinseca. Le Villi o, come recitava il titolo originale Le Willis, è scarsamente rappresentata, soprattutto nella sua versione integrale comprendente il balletto. Cosa che ha reso ancor più interessante la proposta di questa produzione. Ma proprio il balletto ha costituito l’unico punto interrogativo di quest’allestimento. Evgeni Styanov, per l’intermezzo nominato La Tregenda, titolo di per se esaustivo, ha prediletto pose plastiche inframmezzate da variazioni ricercatamente lente ed assoggettate agli schemi classici delle file o dei cerchi. Egli ha operato cioè in netto contrasto col narrato e soprattutto con la musica frenetica del sabba degli spiriti delle giovani morte d’amore, assecondata solo da rari scatti delle braccia. Tuttavia l’insieme è stato gradevolissimo, toccando punte di vero lirismo nel secondo atto. Egregiamente inscenata l’idea di tracciare i personaggi in diverse fasi della vita, creando un parallelismo tra l’infanzia spensierata popolata da rosei sogni dei bimbi e il tragico epilogo del loro destino di adulti. Grande effetto e merito hanno avuto le luci: solari, allegre, radiose nel villaggio quanto emozionanti, romantiche, inquietanti, foriere di tristi presagi nella Foresta Nera. Positiva prova dell’Orchestra Filarmonica Italiana diretta con proprietà dal maestro Ezio Rojatti. In palcoscenico un discreto cast, vocalmente convincente: il soprano Maria José Siri (Anna) si è distinta per presenza scenica e per la voce ben modulata impregnata di estasi dolente, capace di coniugare agilità ad espressione drammatica; il baritono Gezim Myshketa è un Guglielmo maturo sia di voce che di arte scenica; al tenore Ernesto Grisales (Roberto) non fa difetto il volume della voce, sapendo accontentare il pubblico. Più che discreta la prova del coro del Teatro Coccia di Novara, coproduttore dell'allestimento, diretto dal maestro Giancarlo Cavallaro. Molto bravi i giovani ballerini del corpo di ballo del medesimo teatro guidati da Cristina Molteni. Pubblico plaudente e compiaciuto, peccato che i titoli poco noti non riempiano i teatri. Visto a Rovigo, teatro Sociale, il 13 dicembre 2008 Mirko Bertolini
Visto il
al Sociale di Rovigo (RO)