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LE VOCI DI DENTRO

LE VOCI DI DENTRO, eccezionale momento di teatro

LE VOCI DI DENTRO, eccezionale momento di teatro

Commedia surreale di Eduardo De Filippo - che la scrive con acume raffinato nel 1948 inserendola nella Cantata dei giorni dispari (definiti così dai Napoletani quelli ‘negativi’ in cui tutto va male contrapposti a quelli ‘fortunati’ cioè pari) dove sono raccolte le commedie che fotografano la situazione socio-economica italiana post guerra - Le voci di dentro offre uno spaccato dolentemente amaro, disilluso, tragico e circostanziato della crisi di valori conseguente al conflitto, clima non così lontano dall’attuale degrado morale che attraversa molti settori della vita pubblica e privata. Viene da chiedersi al riguardo come avrebbe reagito Eduardo di fronte a tanta disgregazione di oggi auspicando che da qualche parte spunti una penna abile nello stigmatizzare con altrettanta ironia il malcostume odierno che fa trionfare disonesti e millantatori.
Un capolavoro della maturità di un drammaturgo - che fuori dal palcoscenico si sente ‘uno sfollato’ - capace di analizzare e mettere in scena con icasticità il dramma popolare contemporaneo e le miserie di un popolo che in un’atmosfera tra realtà e illusione per lavarsi la coscienza tende a guardare gli altri dimentico di sé e dissimulando sentimenti e affetti.
Dopo l’incipit in cui la cameriera Maria racconta di un angosciante incubo durante un fugace riposo, il protagonista Alberto Saporiti, credendo reale un suo sogno (preciso e ricco di dettagli) in cui i vicini di casa uccidono un comune amico facendone sparire il cadavere, li denuncia in questura.
E quando, resosi conto di avere sognato e di essersi illuso, cerca di ritrattare, nascono malintesi meschini e tragicomici: mentre l’anziano zio Nicola mantiene il mutismo che si è imposto per manifestare la disillusione verso chi lo circonda esprimendosi solo con qualche sputo e a colpi di petardi con una sorta di alfabeto morse, il fratello cavalca la situazione e i vicini si accusano vicendevolmente facendo scoppiare un ‘fuoco d’artificio’ d’insinuazioni, sospetti e delazioni.
Dopo avere debuttato con grande successo in lingua originale (napoletano, lingua della notte e degli incubi e italiano del giorno e della realtà) con sottotitoli in francese a Marsiglia (Capitale della Cultura 2013), presso il Théâtre du Gymnase, l’eccezionale spettacolo splendidamente interpretato da un Toni Servillo dalla carica umana e professionale strepitose - sicuramente uno degli attori più validi a livello internazionale - accompagnato per la prima volta dal bravissimo fratello Peppe (attore e musicista degli Avion Travel) e da validissimi interpreti partenopei soddisfa pienamente i fortunati spettatori che possono ammirare le raffinate finezze interpretative di questo affresco intramontabile di umanità dolente.
Meritatissime le ovazioni finali che premiano anche la regia di Toni Servillo che dirige i suoi spettacoli “da attore, come un primo violino rispetto agli altri”.

Visto il 26-03-2013