Tutto esaurito al teatro comunale Luigi Pirandello per il ritorno sul palco del paese natio di Gianfranco Jannuzzo. In scena c'è la commedia Lei è ricca, la sposo e l'ammazzo: piece teatrale del prolifico (forse troppo) Mario Scaletta derivata dal famoso film di Elaine May interpretato dal grande Walter Matthau.
La trama del film è quella di un ricco viveur spendaccione rimasto sul lastrico che per ripianare il debito contratto con un usuraio violento, non trova soluzione migliore che sposare una imbranata ricchissima e ucciderla per ereditarne il capitale.
L'idea di base è riportata parimenti nella commedia ma le situazioni, i personaggi e la sottile e intelligente comicità inglese nonché l'interpretazione del protagonista che videro sul grande schermo il successo della commedia in giallo, sulle tavole del palco perdono tutta la brillantezza originale e la trasposizione regionalizzata regala qualche risolino ma… non c'è di che sganasciarsi. Nunziatina, la cameriera del ricco spiantato, interpretata da Antonello Piccolo in versione Tina Pica è simpatica ma nulla di più; Cosimo Coltraro, nei panni del mafioso usuraio Lucky Bonanno, è una macchietta mal riuscita; l'avvocato lestofante Enrico, Antonio Fulfaro, non esprime la doppiezza originale del falso protettore dell'ereditiera; la snob Floriana, Claudia Bazzano, è un enigma caratteriale. Debora Caprioglio sembra l'unica nella parte, tenera e imbranata, dolce e accattivante, è precisa nell'azione scenica e l'unico neo è… che non riesce ad essere brutta come da copione. La regia di Patrick Rossi Gastaldi è altalenante.
Pur con un ottimo impianto scenico e di luci, non riesce a dare continuità di ritmo né interpretazioni originali. Certo che l'adattamento, molto libero, di Scaletta non aiuta a fare di questa riduzione teatrale uno spettacolo brillante: gags vecchie e ritrite non strappano risate né applausi e meno male che almeno le battute migliori del film sono rimaste ma… Jannuzzo non è sembrato al meglio, lo humor inglese, inspiegabilmente innato nell'attore siciliano, non riesce a far decollare lo spettacolo, forse perché l'interpretazione di Gianfranco è troppo simpatica per un ruolo che dovrebbe unire la comicità al cinismo, la meschinità d'intento alla maldestra esecuzione, fino al riscatto sentimentale nei confronti della goffa e maldestra Albertina.
Comprensibile quindi la scarsa fortuna di uno spettacolo in scena ormai da anni senza un gran numero di rappresentazioni.
Foto di scena di Diego Romeo