Il pubblico di Gianfranco Jannuzzo lo segue con grande affetto e stima. Sentimenti vicendevolmente ricambiati e sentiti ancora di più a Torino, dove, sul palco del Teatro Alfieri, l’attore siciliano, prima di cominciare la rappresentazione, ha dedicato le repiche torinesi alla memoria di Germana Erba, scomparsa lo scorso mese di aprile.
I presupposti per passare le feste in allegria sembrano non mancare.
Ma questa volta il garbo e l’eleganza della prova d’attore di Jannuzzo non bastano a rendere la serata memorabile. Il punto debole della commedia Lei è ricca, la sposo e l’ammazzo è proprio l’adattamento italiano di Mario Scaletta, che riprende (molto liberamente) il film del 1971 che vedeva come protagonista Walter Matthau.
Orazio Pignatelli è un ricco scapolo misogino che ha scialacquato tutti i suoi soldi e il suo patrimonio. Sull’orlo della bancarotta, è costretto a farsi prestare soldi da un presunto mafioso Lucky Bonanno a con solo un mese per restituirli. L’unica soluzione possibile è riuscire a sposare una donna ricca, con l’idea, però, di ucciderla una volta rimessosi in sesto finanziariamente. La scelta cade su Albertina, una ingenua e goffa entomologa, con un ingente patrimonio.
La commedia è piacevole è garbata, ma proprio l’adattamento sembra mancare di sostanza, a eccezione di alcuni cliché tutti italiani, rispetto alla versione americana per il grande schermo (il prestito da un presunto mafioso, un testo in larga parte “declinato al femminile”, rispetto all’originale…): anche le musiche risultano, a tratti, fuori dal contesto; si salva solo il celebre Volo del calabrone di Rimskij-Korsakov, nella scena in cui Orazio visita il laboratorio di Albertina, interpretata da Deborah Caprioglio. Quest’ultima, in effetti, ci ha abituato, ad apprezzarla in altri ruoli, anche leggeri, ma con maggiore mordente. Un personaggio goffo e ingenuo, probabilmente non le si addice troppo.
Molto apprezzata, invece, Antonella Piccolo, nel ruolo della fedele cameriera Nunziatina. La connotazione squsitamente partenopea del suo personaggio, forse, non lascia “tracimare”, in questo frangente, la tipica “sicilianità” di Jannuzzo, ma le scene in cui i due attori recitano insieme sono le più divertenti.
Non resta che attendere che Gianfranco Jannuzzo torni a interpretare un ruolo, pur sempre brillante, ma con uno stile, se vogliamo, leggermente esterofilo…