Un allestimento divertente, caratterizzato da colori vivaci e squillanti, per il brioso Elisir del Filarmonico che, nella visione di Riccardo Canessa, dai Pirenei approda nel bel mezzo di un immaginario presepe napoletano, col coro che nella scena iniziale si muove riproducendo i gesti meccanici delle statuine che fanno bella mostra di sé dalle parti di San Gregorio Armeno. La scena è fissa: a sinistra c’è la casa di Adina con balcone e fontana, sulla destra un’osteria con tanto di caciotte e ghirlande di peperoncino appese, sullo sfondo, dietro un arco sbrecciato e un paio di piante, un fondale dipinto con golfo e montagne. I costumi di Artemisio Cabassi hanno colori sgargianti e nella fattura riportano generalmente alla moda settecentesca, ma nell’esercito raccogliticcio comandato da Belcore, accanto a divise di impronta napoleonica, compaiono soldati turchi e persino un egizio peregrino di stampo quasi aidiano.
Di ottimo livello e perfettamente coeso il cast dei cantanti. Nei panni di Adina una Serena Gamberoni in splendida forma: la voce squilla, si dispiega con straordinaria naturalezza, ricca di volume, colori, sfumature e ne esce un personaggio a tutto tondo, una fanciulla dolce, ma al contempo arguta e volitiva. Il Nemorino di Francesco Meli si mostra solido in acuto, ben calibrato nelle mezze voci, in cui evidenzia un ottimo controllo del mezzo, e sempre attento all’aspetto interpretativo: qualità queste che gli hanno fatto guadagnare da parte del pubblico una generalizzata richiesta di bis al momento di Una furtiva lagrima. Credibilissimo e mai macchiettistico oltre il dovuto il Dulcamara di Bruno de Simone: il timbro è caldo e gradevole, la voce matura, ma piena, robusta e sempre perfettamente a fuoco. A chiudere il cerchio, la figura di un Belcore sbruffone e pomposo ben interpretata da Gezim Myshketa, il quale ha saputo unire all’ottima capacità scenica un uso preciso e ben calibrato di un mezzo vocale piacevolmente caratterizzato da un bel colore brunito. Con loro nei panni di Giannetta una brava Rosanna Savoia ben calata nella parte.
Leggera e spensierata, in perfetta sintonia con la regia, è stata la direzione di Giacomo Sagripanti dell’Orchestra dell’Arena di Verona: una bacchetta elegante, attenta ad una perfetta sintonia fra buca e palcoscenico, dotata di garbo e di misura. Buona la prova del coro.
Un piacere vedere il Teatro Filarmonico gremito di un pubblico entusiasta e prodigo di applausi.
Lirica
L'ELISIR D'AMORE
ADINA NEL PRESEPE
Visto il
al
Filarmonico
di Verona
(VR)