Allestimento essenziale, dal nitore e dall'eleganza innegabili, perfettamente funzionale all'azione quello che il Regio di Parma ha voluto riproporre per questo Elisir d'amore, rispolverando uno spettacolo ideato nel 1988 da Marcello Grigorov con le scene di Nica Magnani. Pochi ed essenziali gli elementi scenici: una scala tortile in legno al centro del palcoscenico adorna a guisa di albero, l'enorme mongolfiera a bordo della quale fa il suo trionfale ingresso Dulcamara, tavoli e panche per il banchetto nuziale, la bottiglia blu di elisir che man mano diventa enorme e finisce per giganteggiare quanto un arredo, un sipario dipinto con montagne e casette vagamente ispirato alla pittura orientale. Belle le luci dalle tonalità chiare e dalle tinte pastello pensate da Andrea Borelli che, per Una furtiva lagrima, sceglie di irradiare anche la platea del brillio cangiante che investe il palcoscenico. Qualche staticità di troppo si riscontra, invece, da un punto di vista registico, soprattutto nei momenti in cui i protagonisti sono seduti in modo simmetrico ai lati della scena ad indicare la distanza e il velo di incomunicabilità che li separa, suscitando però, al contempo, una certa qual situazione di stasi che finisce per rallentare l'azione. A coronare il tutto i curatissimi costumi, di foggia ottocentesca, opera sempre di Nica Magnani.
Straordinariamente simpatico e burlone il Nemorino di Celso Albelo il cui acuto si leva potente, non certo a discapito delle mezze voci; il timbro presenta a tratti una certa nasalità di fondo che non inficia però di certo la prova e l'esecuzione di Una furtiva lagrima é intensa al punto giusto, piena di quella delicatezza che caratterizza il personaggio nel suo complesso e che rende il suo Nemorino particolarmente autentico. Brava anche Jessica Nuccio, la quale veste i panni di una Adina smaliziata e un po' civettuola, dal timbro morbido, giovanile e di grande gradevolezza, solida nelle agilità e squillante in acuto. Julian Kim è un baldanzoso Belcore: la voce è ampia e scura, l'emissione ben controllata, la dizione ineccepibile. Roberto De Candia veste i panni di un Dulcamara credibile, dalla linea di canto solida, ricca di armonici nei centri e nei gravi. Curata la Giannetta di Eleonora Contucci, tutto sommato buona la prova del Coro del Regio.
Francesco Cilluffo dirige l'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna in modo corretto, senza mai soverchiare il palcoscenico, ma trascurando di dare particolare coloritura alla partitura e staccando tempi un po' dilatati.
Regio davvero gremito, anche di molte scolaresche, con un pubblico prodigo di applausi per tutti.