Lirica
L'ELISIR D'AMORE

Elisir dai mille colori

Elisir dai mille colori

Il Comunale di Bologna chiude in gloria la stagione con il coloratissimo e vivacissimo Elisir  d’amore pensato da Rosetta Cucchi, uno spettacolo che già ha calcato le scene fiorentine nel 2013 ma che nulla ha perso a due anni di distanza del suo energico smalto e che nel complesso è intelligente, la regia si mostra attenta ad ogni dettaglio così da non distaccarsi mai in modo plateale da quanto richiesto dal libretto ed escogitando via via soluzioni sempre nuove e divertenti.
La vicenda si svolge all’interno e all’esterno di una "School of arts” statunitense, popolata di ragazzi alternativi, dalle chiome colorate e dall’abbigliamento sgargiante identificabile nella classica divisa giovanile di felpa e sneakers. In apertura di sipario una compita docente di lettere tenta di far recitare alla classe l’Ode al mietitore, ma finisce implacabilmente per essere rinchiusa all’interno di un armadietto di metallo da una banda di teppisti in jeans e giubbotto rosso di pelle, il cui capo è niente di meno che uno sfrontato Belcore. Nemorino è deriso da tutti, sul capo indossa una cuffia da cui non si separa mai ed è tremendamente impacciato nel suo corteggiamento. Adina è una giovane spigliata e intelligente, forse una delle poche della scuola, estremamente popolare fra i suoi compagni. A movimentare gli eventi farà la sua comparsa nella via antistante l’Istituto un Dulcamara in versione spacciatore che viaggia a bordo di una moto significativamente decorata da adesivi verdi con le classiche foglie a cinque punte, la quale verrà subito sequestrata dalla polizia che, sul finale dell’opera, arriverà a mettere anche le mani sul suo proprietario arrestandolo. La scuola è grande, dotata di molti ambienti, come la palestra, ove Nemorino e Belcore si fronteggiano al cospetto dell’amata, la mensa, dove si svolge il party delle nozze con tanto di Dulcamara/deejay e una “Nina gondoliera” in versione karaoke, oppure l’aula di disegno, in cui le fanciulle commentano la morte dello zio di Nemorino alla presenza del solito esilarante Dulcamara che si è travestito da statua al fine di ascoltarne i discorsi.

Antonio Poli è un timido Nemorino che, per ottenere la seconda dose di elisir, stipula un patto di sangue con il rivale, così da poter entrare nella sua banda; la voce è estremamente gradevole e ricca di armonici, seppur non potentissima, l’emissione è curata, il suono ben proiettato, l’intonazione, se si eccettua un breve attimo durante l’esecuzione della Furtiva lagrima, sempre puntuale. Al suo fianco l’Adina di Barbara Bargnesi esibisce anch'essa una voce forse di non grande corpo, ma piacevolmente limpida e pulita: naturali e senza forzature appaiono le salite in acuto, preciso il fraseggio. Ben a fuoco anche Christian Senn nei panni di un Belcore dal timbro caldo e dalla linea di canto precisa e sicura; davvero spigliata l’interpretazione del proprio personaggio che presenta i tratti del bulletto tracotante. Simpaticissimo e scenicamente impagabile il Dulcamara di Alessandro Luongo che ben si destreggia nei panni di uno scanzonato spacciatore dotato di grande empatia: l’emissione brilla per eleganza e fluidità, la vocalità è dosata con maestria. Con loro l’adeguata Giannetta di Elena Borin.

Orchestrazione ben cesellata, ma direzione forse non ricchissima di colori per Stefano Ranzani che ha comunque condotto con grande precisione l’ottima Orchestra del Comunale senza mai sovrastare le voci e in perfetto accordo col palcoscenico. Bravissimo il Coro che ha vivacemente impersonato una pletora di studenti scatenati senza cedimento alcuno.

Visto il 19-12-2015
al Comunale - Sala Bibiena di Bologna (BO)