In un piccolo teatro di Milano si sta rappresentando in queste sere un gioiellino che non andrebbe perso per nessun motivo. Il teatro è il “Verdi” e il piccolo gioiello di rappresentazione civile e di memoria che vi si è depositato, ma che sta girando un po’ per tutta Italia, si intitola “ Li romani in Russia”. Lo portano in giro dal 2010 con coraggio e caparbietà Simone Cristicchi ed Alessandro Benvenuti.
Perché coraggio e caparbietà ? Perché il testo è quanto di più inusuale si possa trovare in questi nostri giorni, caratterizzati dal linguaggio frenetico e dalla rimozione o revisione completa di determinati periodi storici che possono essere ancora fonte di imbarazzo per studiosi o politicanti in malafede.
“Li romani in Russia” è un testo di Elia Marcelli , elaborato in seguito per il teatro dal prof. Marcello Teodonio, composto da versi in ottava - forma usata tipicamente nei poemi epici - e in romanesco, ed è la cronaca dell’ andata e ritorno dall’inferno bianco della Siberia dei soldati della Divisione Motorizzata Torino. Inviati in Russia nel 1941 da Mussolini con il compito di “spezzare le reni” al nemico bolscevico, i 220.000 giovani che componevano la divisione si trovarono ben presto ad affrontare “il generale Inverno”, un nemico ancora più pericoloso del comunismo e dei soldati sovietici. Simone Cristicchi dà voce ad un gruppo di loro, un gruppo di ragazzi che seguiamo dal momento della partenza da Roma - carica di retorica fascista del “ Vincere, e vinceremo!” ma anche piena di paura, di smarrimento e di dolore per il distacco dalle persone amate e dalla città che li ha visti crescere, amare, vivere – fino al ritorno da sopravvissuti e sconfitti, segnati a vita dall’ esperienza ( Marcelli fu uno dei pochi reduci; dei 220.000 partiti, solo 90.000 riuscirono a ritornare anni dopo in Italia, tra questi anche il nonno paterno di Simone). In mezzo ci stanno la guerra, la fame, il gelo, la morte, il coraggio, i proclami fascisti inneggianti una vittoria inesistente e la spietatezza (ma anche i lampi di solidarietà) fra uomini ancor prima che fra nemici. Simone dà voce a tutto questo con credibilità, sensibilità e tenerezza facendo suo un testo vissuto sulla propria pelle, ancor prima che imparato a memoria. Lo aiuta la regia impeccabile di Alessandro Benvenuti che alterna registri stilistici differenti a prima vista incompatibili con la durezza del testo e che invece ne rafforzano la credibilità, creando da subito quell’ empatia con il pubblico che è la chiave di volta di uno spettacolo davvero ben riuscito e che, ribadisco, avrebbe davvero ben pochi validi motivi per essere perso.
Prosa
LI ROMANI IN RUSSIA
LI ROMANI IN RUSSIA...E A MILANO
Visto il
28-01-2012
al
Verdi
di Milano
(MI)