Il garbo con cui accoglie il pubblico in sala è d’altri tempi. Su ogni poltroncina rossa c’è appoggiato un foglio, rigorosamente scritto a mano, uno per uno: “I sogni sono fatti di niente, ma quando precipitano fanno più macerie di un grattacielo fatto esplodere con la dinamite”. Firmato .
Ed è proprio attraverso la bellezza della semplicità che Enzo Iacchetti, in teatro con il suo ultimo spettacolo “Libera nos domine”, prova a emozionare la platea. Racconta di tempi che non ci sono più, di quanto era bello vivere senza cellulare aspettando per settimane una lettera che, forse, non sarebbe mai arrivata. Ma parla anche di amore, “e di ansia”, di progresso, di amicizia, di emigrazione e di religione.
Un nuovo esempio di Teatro-canzone
Non è tenero nel suo ultimo lavoro in stile teatro-canzone. Con ironia e provocazione se la prende con tutti, persino con Dio. “Se tu ci fossi lo faresti esplodere questo mondo sbagliato”, grida guardando verso il cielo, un attimo prima di intonare “Libera nos domine”, canzone di Francesco Guccini che dà il titolo allo spettacolo, ottenendo a quaranta minuti dall’inizio il primo vero, convinto applauso della platea, ormai conquistata. Lui si carica, ed è a quel punto che viene fuori il suo lato più comico. Perché dopo una prima parte più intensa - in cui tra una canzone di Jannacci, Gaber e Faletti, lo showman luinese porta in scena la sua timida e delicata profondità attraverso una malinconica ma profonda denuncia – c’è spazio anche per ridere.Il lato più comico
Iacchetti prende spunto proprio dalla sua provincia d’origine per l’esilarante gag dei gemellaggi più strani tra Comuni. E così se Brescia – “la seconda città d’Italia in cui si bestemmia di più dopo Bergamo Bassa” – è gemellata con Betlemme, la scelta dei bustocchi è ancora più spassosa: “Hanno talmente il braccino a Busto Arsizio che sono gemellati con Domodossola, a 99 chilometri di distanza. Non hanno nemmeno bisogno di prendere il pullman, fanno una macchinata da quattro e la sera tornano a casa, così non devono restare fuori a dormire”.Non è invece il sodalizio con Untergruppenbach a rendere speciale Jerago con Orago, quanto la difficoltà, racconta Iacchetti, di spiegare in Calabria che davvero esiste un Comune in Italia chiamato così. Il pubblico ride, applaude, si diverte, riflette. “Libera nos domine” è uno spettacolo innanzitutto studiato (ci ha messo due anni per scriverlo), dunque l’onestà con cui Iacchetti si pone sul palco viene immediatamente percepita. E premiata.