Prosa
L’IDIOTA

Corrado Accordino, regista e …

Corrado Accordino, regista e …
Corrado Accordino, regista e interprete del monologo, ci accompagna in un fantastico viaggio al limite tra il sogno e la realtà. In una Svizzera di fine ‘800 il principe Myskin, trasferitosi lì dalla Russia, si insedia in un piccolo villaggio delle campagne. Lui, personaggio misterioso e affascinante, si aggira per il paese predicando il culto della verità, con la sua parola infinitamente chiara e bella. Affascina e viene affascinato dai bambini del villaggio, portatori della verità, che tutto sanno e capiscono ma che vengono costantemente tenuti fuori dalle vicende perché considerati ancora troppo piccoli per comprenderne appieno il significato. Attraverso il racconto della sua vita e dell’incontro con la sua amata Marie, riviviamo una storia di dolore e di umiliazione che unisce i due giovani nella vicenda così come nella vita. Marie è una giovane affetta da tubercolosi, quindi già per questo diversa, che vive da sempre in casa con sua madre, venditrice ambulante, che accudisce e ama. Incontrerà un commesso viaggiatore, che la sedurrà per poi abbandonarla, personaggio di passaggio all’interno della vicenda ma che lascerà sulla giovane donna, l’indelebile onta della vergogna. Il paese condannerà Marie per le sue avventure relegandola così ai margini della società, sarà persino additata nel giorno del funerale della madre, come la responsabile principale della sua malattia e della sua successiva morte. Il principe Myskin vicino alle vicende della giovane per amore e per empatia, entrambi ricoprono il ruolo del “matto” del paese, riesce a redimere i bambini e a farli avvicinare alla donna. La malattia la porterà via presto ma grazie all’aiuto del principe morirà senza vergogna e non sotterrata dalla calunnie della gente. Il principe e Marie vengono così a trovare il riscatto, dopo una vita passata ai margini, nella morte di lei. Le due figure sono complementari a tal punto che, dopo la morte della giovane, il villaggio si scaglierà contro il principe accusandolo di plagiare i bambini intimandolo di starne lontano. Interessante il parallelismo tra le due figure, quello della donna più deriso e umiliato perché più debole e meno capace di difendersi, ma lui nonostante la capacità di difendersi con la forza, comunque considerato dal villaggio un border line, da evitare e con cui non parlare. L’attore, unico protagonista sulla scena, ci fa rivivere una storia dolorosa e umiliante che tocca le nostre corde più intime. La sua voce è modulata e soave, il suo corpo disegna, con le ombre delle luci, una danza immobile che ci trasporta nei meandri più intimi di questo amore fuori dagli schemi.
Visto il
al Duse di Agrate Brianza (MI)