Prosa
DIARIO PERPLESSO DI UN INCERTO

L'imitazione dell'irrealtà

L'imitazione dell'irrealtà

Pretesto. anzi Pre-testo. Davanti al testo si trova il lettore. O l'interprete. che poi è un attore, che interpreta, appunto, a suo modo, le parole che legge. Già il romanzo di Cervantes è un trattato sulla finzione, o sull'imitazione e sull'immaginazione. Lo spettacolo di Branciaroli non fa altro che seguire questa idea: e quella del raccontare, attraverso un pretesto, i comportamenti e le peculiarità di due personaggi che hanno fatto la storia del teatro e della settima arte, Vittorio Gassman e Carmelo Bene. Sul palco si avvicendano il Franco/Carmelo e il Franco/Vittorio con la loro/sua capacità di narrara grandi e piccole storie. Attori trasfigurati in un Sancho Panza e un Don alquanto particolari, protagonisti e spettatori della finzione di Cervantes. In un immaginario Limbo sorretto solamente da una sorta di bancone da Bar, i due artisti si trovano a confrontarsi con la loro storia e con i cavalieri, inesistenti, erranti, fantastici. la parola è protagonista, così come la gestualità e la capacità di immaginare quello che non c'è. Alla fine non ci sono neppure loro, Carmelo e Vittorio.    L'imitazione, nelle intenzioni di Branciaroli è omaggio e non parodia, ma il labile confine tra le due cose non è di chiara e immediata comprensione per un pubblico assopito e ormai stanco di vedere caricature e parodie.

Visto il 28-01-2011