Prosa
DIARIO PERPLESSO DI UN INCERTO

L'immensità dello spazio vitale

L'immensità dello spazio vitale

Mobile è il terzo assolo di Pierre Rigal. Dopo i primi due atti, Erection, che racconta la storia di un uomo caduto che cerca di alzarsi, e  Press, che mette in scena la storia di un uomo che si muove in uno spazio sempre più stretto, Mobile mostra la storia di un uomo che cerca di riempire l'immensità del suo spazio vitale.

Un uomo si perde nel mezzo di un deserto. Come unico compagno ha la solitudine, più o meno pacifica. può contare solo sul vuoto per muoversi e spostarsi. Ma più tardi, i suoni della memoria di una vita sociale, i suoni dei suoi desideri, o forse quelli del suo futuro, rompono il silenzio assordante che lo circonda. Questi suoni sempre più distinti, a volte armoniosi, a volte dissonanti, sono l'inizio di un fenomeno strano.

L'immagine di una macchina americana discende dal cielo e si deposita sul terreno. Poi una seconda, una terza macchina gonfiano il traffico di una città che è costruita in due dimensioni. Continuamente, immagini visive di un'intera società, una società di oggetti e merci, si susseguono. E in questa profusione labirintica, in questo film, l’uomo cerca di galleggiare o farsi strada nelle storie che gli piovono dal cielo. La necessità frenetica ed eccitante per riempire vuoti si mescola a paure assurde e da incubo che abbondano da tutte le direzioni.

Ma più tardi, questa apparenza di realtà sospesa prende il sopravvento e si alza verso il cielo per proseguire il suo processo di diffusione. Dopo, lo spazio nel suo insieme deve essere riempito. L'uomo prova a volare, a teletrasportarsi in questo oceano di immagini volanti o di  aggrapparsi a delle icone, ma alla fine, sarà costretto a cedere. Trasformato in burattino, sarà costretto ad accettare di ballare da solo, sotto un soffitto di immagini fisse, che ormai non gli appartengono più. Allegro e triste allo stesso tempo, egli lascia che l'illusione del suo Dio si levi in volo.

Lo spazio scenico è metafora dell’esistenza in cui l’artista galleggia ed esplora un mondo privo di gravità.

Visto il 12-10-2016