L’inganno
Per tutti i cultori di Maigret e Poirot
Brillante adattamento di un classico della commedia noir, firmata da un Anthony Shaffer, in vena di giochi crudeli e di citazioni da giallista DOC.
L’opera, abilmente trasposta su grande schermo nel noto adattamento “gli insospettabili", torna a rinverdire i suoi fasti sulle scene del Carcano.Raffinato lavoro di riscrittura e regia miracolosamente perfetta: umorismo nero e colpi di scena si compenetrano armoniosamente.
Glauco Mauri, decano del teatro italiano, sfoggia una verve da leone in scena; mentre si rivela regista generoso dietro le quinte. La sua arte, ha il pregio di non appannare, né sminuire l’interpretazione di Roberto Sturno. Quale mirabile Mr Tindle! Abile al punto da competere con il Michael Caine nella memorabile interpretazione cinematografica, ma senza rinunciare alla propria impronta.
Scontro fra classi:
Due uomini, due avversari in lotta per l’amore della stessa donna, Marguerite. Tuttavia, nell’inganno, lo scontro fra rivali in amore resta in superficie. I discorsi e gli scherzi crudeli svelano una sotterranea e forse più autentica motivazione: lo scontro fra classi. E’ questo è probabilmente uno dei meriti maggiori della pièce.
Andrew Wyke: scrittore di successo in età avanzata, ha goduto per una intera vita dei privilegi che i soldi e il ceto sociale gli hanno sempre concesso. Ed ora trascorre la sua vecchiaia arroccato ad un passato di gloria.
Milo Tindle: figlio di un emigrante italiano; ha fatto fortuna ed ora è ancora in lotta per conquistare la dignità e il proprio posto nel mondo.
Lo scherzo crudele inflitto da Wyke ha sbloccato l’aggressività e gli spettri di anni di ingiustizie e dolore nel giovane avversario. Proletario - ma non meno aggressivo e intelligente - Milo sceglie di giocare la partita mortale, usando le armi dell’avversario e distruggendone l’autostima e l’immagine di: "raffinato intellettuale", al quale è concesso di giocare con la vita e l’anima degli altri.
Un salotto borghese ricco e fastoso: la scena unica svela, nella sua apparente semplicità, i nascondigli e gli elementi del gioco che si svolgerà sulla scena.
Fonte musicale è volutamente giocata da Germano Mazzocchetti, come scelta diretta e consapevole dello stesso Wyke, sulla scena; evidenzia con proprietà, i momenti di pathos di questo lungo e paradossale duello.
Divertimento intelligente, adatto ad un pubblico capace di pensare e "giocare seriamente".