"L'ispettore generale" di Nikolaj Gogol' per la regia di Damiano Michieletto ha debuttato martedì 29 gennaio al teatro Verdi di Padova.
All'ingresso degli spettatori in platea il sipario è già alzato e sulla scena compaiono il Sindaco e le altre autorità mentre giocano indisturbati una partita a carte, tra un bicchiere di vodka e una sigaretta.
L'annuncio dell'arrivo di un ispettore generale dalla capitale intenzionato a ficcare il naso nei loro affari non del tutto trasparenti scatena il panico. Se l'umanità di quel piccolo paesino russo fin dall'inizio appare corrotta e becera, la comparsa dell'Ispettore consente a questa di mostrarsi ancor di più per quello che è: un'umanità misera, dove dominano il denaro sporco e l'imbroglio, dove non ci sono regole ne remore, dove il tasso alcolico si mantiene elevato.
Uno spiraglio forse c'è e si intravede nella figlia del Sindaco, ingannata addirittura dalla madre, che non si tuffa nei fiumi di vodka nemmeno quando sta per sposarsi ed assiste inerte ai festeggiamenti rumorosi e pacchiani della sua famiglia e degli amici. Solo l'ineluttabile destino riuscirà ad essere ancora più sprezzante e violento degli stessi protagonisti, beffandoli clamorosamente.