28 dicembre 2010: il teatro Europa Auditorium è gremito di gente in occasione dell’unica data de“Lo Schiaccianoci”, immancabile classico natalizio, portato in scena dal Balletto Di Mosca La Classique.
“Lo Schiaccianoci” è un spettacolo magico, che riesce a incantare pubblici di ogni età, di ogni generazione, dai grandi ai più piccini; per un paio d’ore torniamo tutti un po’ bambini, le luci si abbassano, il sipario si apre e i problemi quotidiani, le preoccupazioni lentamente si dileguano, la realtà cede il posto a un mondo incantato, fatato, dove tutto è possibile: è la più nota fiaba di Natale, il cui libretto si ispira a una rivisitazione meno cruenta di un racconto gotico di E.T.A. Hoffman “Schiaccianoci e il re dei Topi”, ad opera di Alexandre Dumas, accompagnata dalle suggestive ed eterne musiche di Ciaikovskij.
Gli aspetti più inquietanti e cupi del racconto originale vengono eliminati per realizzare un balletto che esalta il divertimento, la dolcezza , la dimensione onirica, caratterizzata dalla magia e dall’incanto.
Lo Schiaccianoci, fu eseguito per la prima volta il 18 dicembre 1892 a San Pietroburgo su libretto di Marius Petipa; secondo gli storici fu il geniale coreografo a iniziare la stesura delle coreografie, che fu poi completata dal suo successore Lev Ivanov, secondo maître de ballet del Teatro Marinskij. Il balletto era stato commissionato dal direttore del Teatro di Mosca su richiesta specifica dei regnanti russi.
L’eccezionale corpo di ballo, formato da danzatori di rigorosa formazione accademica è valorizzato dalle coreografie di Alexander Vorotnikov, che ha allestito uno spettacolo “moderno”, più vicino al pubblico odierno, con mises en scène agili e ben costruite.
Il Balletto di Mosca La Classique, fondato nel 1990 da Nadejda Pavlova e Elik Melikov e presente in Italia dal ’91, è un organico formato da una cinquantina di danzatori provenienti dalle più autorevoli ed eminenti strutture come il Bolshoi di Mosca, il Kirov di San PietroBurgo, i Ballets Theatres di Kiev e Odessa, e ha in repertorio tutti i grandi titoli.
La compagnia si pone come portatrice della secolare tradizione della danse d’école ma, grazie al coreografo Alexander Vorotnikov, la libera dai ridondanti e desueti “manierismi” per riproporla rinnovata e più fruibile per il pubblico odierno che, sebbene ami la tradizione, predilige mises en scène più agili e “fresche”.
La versione de “Lo Schiaccaianoci” di Vorotnikov si ispira alla rivisitazione di George Balanchine che decise di dividere il balletto in due parti, seguendo la trama originale: la realtà e il sogno.
I ballerini hanno danzato su scene dipinte suddivise in quattro quadri, dove i vivaci colori e le tradizionali luci restituivano l’atmosfera natalizia e festosa.
Le scenografie sono curate nel minimo dettaglio e i costumi sono cuciti a mano con rigore e rispetto di una tradizione antica, ma sempre attuale.
La musica del balletto è una tra le più popolari composizioni della tradizione russa, infatti le musiche composte da Ciaikovskij appartengono alla tradizione romantica e contengono alcuni tra i più memorabili brani di questa tradizione: tra le parti più conosciute e amate dal pubblico figurano il Valzer dei Fiocchi di Neve, l’onnipresente Danza della fata Confetto, il trascinante Valzer dei Fiori e i divertissements affidati ai solisti nel secondo atto - la Cioccolata (danza spagnola), il Caffè (danza araba), il The (danza cinese) e il Trepak, tipica danza russa di origini cosacche. Il balletto contiene in modo sorprendente armonie e colori orchestrali del tutto moderni, nonché una strabiliante ricchezza di melodie.
La musica sognante e ipnotica di Ciaikovskij ci conduce per mano in un’altra dimensione, in un altro luogo e tempo: è la vigilia di Natale, il borgomastro di Norimberga decide di festeggiare attorno all’albero con moglie, i due figli, Clara e Fritz e gli amici e i loro piccoli. Durante la festa, mentre i bambini sono in trepidante attesa dei regali e pieni di entusiasmo, arriva il signor Drosselmeyer, un amico di famiglia: questo personaggio misterioso porta regali a tutti i bambini, e li intrattiene con giochi di prestigio, nonostante all'inizio incuta timore.
Alla sua prediletta, Clara, regala uno schiaccianoci di legno a forma di soldatino, ma Fritz, il fratello, lo rompe per dispetto. Al termine della sontuosa festa, Clara, stanca per le danze della serata, dopo che gli invitati si sono ritirati, si addormenta stringendo il suo schiaccianoci tra le braccia e inizia a sognare… È mezzanotte, e intorno a lei tutto inizia a cambiare, a crescere: la sala, l'albero di Natale, i giocattoli e soprattutto una miriade di topi, capitanati dal Re Topo, che cercano di rubarle lo schiaccianoci. Clara tenta di cacciarli, quando improvvisamente lo Schiaccianoci si anima e partecipa alla battaglia con i soldatini di Fritz: alla fine, rimangono solo lui e il Re Topo, ma grazie all’aiuto di Clara, lo Schiaccianoci riuscirà a sconfiggerlo e si trasformerà in un Principe.
Clara viene condotta dal suo Principe in una foresta innevata: il primo atto si chiude con uno intenso e magico Valzer dei Fiocchi di Neve.
Nel secondo atto, “Il sogno di Clara”: i due giovani approdano nel Regno dei Dolci, li riceve a Palazzo la Fata Confetto, che si fa raccontare dallo Schiaccianoci tutte le sue avventure e la battaglia con il Re Topo. In seguito tutto il Palazzo si esibisce in una serie di danze che compongono il Divertissement più famoso e conosciuto delle musiche di Čajkovskij: i ballerini si alternano in affascinanti passi a due, dove danno prova del loro grande talento e della loro eccellente preparazione accademica. Il coreografo, con una scelta stilistica orientata alla semplicità e all’essenzialità, abbandona i fronzoli “drammaturgici” del primo atto, e costruisce delle coreografie sui corpi dei ballerini interpreti dei personaggi del Cioccolato, del Caffè e del Tè.
Sono assolutamente da citare le esecuzioni di Jana Kazantseva, Dimitry Smirnov e Vera Sharipova, incantevoli tra i fiocchi di neve: riescono ad emozionare il pubblico con la loro vibrante interpretazione e la precisione dei passi di danza, le prese armoniose e alcune serie di fouettè, mentre la Kazantseva si distingue per i suoi impeccabili arabesque e developpè.
Il Divertissement si conclude, culminando nel delizioso Valzer dei Fiori.
In seguito il Principe e la Fata Confetto si esibiscono in un Pas de deux - dove nelle variazioni si può riconoscere il suono della celesta, strumento usato da Čajkovskij per la variazione della Fata Confetto. Il balletto si conclude con un ultimo Valzer, e il sogno volge alla fine: una volta sveglia, Clara ripensa al suo magico e surreale sogno, abbracciando il suo Schiaccianoci.
Le coreografie di Vorotnikov si distinguono per le geometrie pulite e le interpretazioni precise e con poche sbavature: la scuola di danza russa conferma la sua fama, sebbene è possibile riscontrare alcune imperfezioni individuali, soprattutto nella prima parte. Le ballerine e i ballerini di fila danno prova della loro ottima preparazione mantenendo le linee nelle loro batterie e pirouettano, perfettamente sincroniche, con i loro costumi: sono piccole fate che si confondono leggermente con la scenografia candida ed eterea, “compenetrando” in essa.
Nei passi a due i solisti dominano e riempiono la scena, benché la scenografia sia spoglia e la luce invada lo spazio. I danzatori non si limitano semplicemente ad eseguire tecnicamente i passi in maniera impeccabile, ma interpretano la coreografia, con personalità e forza, eseguendo i numerosi salti, prese ed elementi coreografici che esaltano la loro preparazione atletica - tour an l’air senza esitazioni, molti grand jetè e diagonali ricche ed espressive.
Lo spettacolo si conclude con un lungo e caloroso applauso: il balletto di Mosca è riuscito a regalarci un sogno, ci ha avvolto nella magia e nella dolcezza di quei passi di danza eterni, lasciandoci una sensazione di stupore ed entusiasmo, facendoci, almeno per qualche ora tornare bambini e regalandoci la meraviglia e lo stupore tipiche di quell’età.