Milano, teatro alla Scala, “Lo schiaccianoci” di Petr Ilic Chajkovkij
REGALO DI NATALE
Non ci si stanca mai di vedere questo splendido balletto nel momento delle festività: davvero un bel regalo di Natale da parte della Scala il riallestimento dello Schiaccianoci nella veste coreografica di Rudolf Nureyev, ripresa da Areth Francillon, che da quarant'anni mantiene intatto il suo fascino, mentre destano sempre interesse le difficoltà tecniche che l'esecuzione comporta per i ballerini. Nureyev ha creato un classico imperituro, nella complicatissima coreografia e nel significato attualissimo, con un'analisi lucida e romantica del passaggio dall'infanzia all'adolescenza, metafora anche del momento di transizione tra due fasi della vita o della vita tra due persone. Il momento clou arriva sempre in modo emozionante: i topi che stanno assediando Clara si distraggono solo momentaneamente con le bambole che lei tira loro dietro, è lei che vogliono, come gli incubi che non ci lasciano mai, come le persone che vorremmo seppellire in un passato remoto e che invece tornano a tormentarci. I topi (e gli incubi) vogliono Clara, la sua innocenza, la sua infanzia, i suoi sogni, la sua vita. Il vestito strappato segna tutto questo. Ma poi arrivano i soldatini. E la ragione. E la forza dei sogni. Che spazzano via i topi. E il loro ricordo. Clara continua a sognare. E a vivere.
Roberto Bolle è un Principe nato, l'aspetto fisico, le movenze, lo sguardo, il sorriso. È naturale che il pubblico impazzisca. Fa un piacere enorme vedere la Scala trasformata in una specie di palasport con urla inverosimili all'indirizzo del ballerino: mi auguro di vedere spesso questo entusiasmo a teatro. Vicino a lui Lisa-Maree Cullum dimostra minore espressività e movimenti poco puliti: forse questa coreografia non è nelle sue tinte, visto che in altre l'ho trovata impeccabile (tra cui lo stesso Schiaccianoci ma nella versione coreografica di Neumaier, visto a Monaco un paio di anni fa).
Con loro è perfetto il corpo di ballo della Scala: Gianni Ghisleni (Stahlbaum), Antonino Sutera (Fritz), Emanuela Montanari (Luisa, incredibile la sua somiglianza con la giovane Carla Fracci), Sophie Sarrote e Deborah Gismondi (Fiocchi di neve), Marta Romagna e Riccardo Massimi (danza araba), Maxime Thomas, Maurizio Licitra e Salvo Perdichizzi (danza cinese), Laura Caccialanza e Gianni Ghisleni (danza russa), Alessandro Grillo, Sophie Sarrote e Deborah Gismondi (Pastorale). L'orchestra era diretta da Kevin Rhodes, che in alcuni punti ha rallentato la partitura, per permettere ai danzatori di eseguire al meglio l'ardua e complicatissima coreografia: come in Italia solo questo corpo di ballo sa fare a tale altissimo livello.
Assistere a una di queste recite è un regalo di Natale. Imperdibile.
Visto a Milano, teatro alla Scala, il 16 dicembre 2006
FRANCESCO RAPACCIONI