Prosa
LO ZOO DI VETRO

Dentro quel mondo di vetro

Dentro quel mondo di vetro

Devo ammettere che, dopo aver ascoltato le prime battute dello “Zoo di vetro”, ho avuto la tentazione di lasciare la sala alla fine del primo atto. Ma fortunatamente l’allestimento diretto e interpretato da Arturo Cirillo di questo classico del teatro del ‘900 firmato da Tennessee Williams, non prevede intervallo. E io sono rimasto inchiodato alla poltrona. Attraverso lo sguardo acuto di Cirillo (anche interprete/narratore nel ruolo di Tom) il testo ci fa osservare quei meccanismi familiari sempre attuali, nell’Italia di oggi come nell’America degli anni ’40.
Al centro della vicenda, il fallimento di una famiglia; una madre che vive ancorata al ricordo di una dorata giovinezza (stupefacente Milvia Marigliano) e due fratelli (Arturo Cirillo e Monica Piseddu) ormai senza più età.
In questo mondo onirico si inserisce un quarto personaggio, una “visita”: un vecchio compagno di liceo, Jim, interpretato da Edoardo Ribatto. E sempre aleggia la presenza di un quinto personaggio, il padre, impiegato della società dei telefoni, che ha abbandonato questa famiglia, lasciandola nella fragilità di un mondo di vetro (fatto di delicati animaletti, di innumerevoli film visti al cinema e di una colonna sonora con le più belle canzoni di Luigi Tenco)
La madre, la signora Amanda Wingfield, è l’emblema del fallito confronto con la realtà e ricorda da vicino la Mama Rose del musical Gypsy, di Jule Styne con liriche di Stephen Sondheim.
Ma alla fine  una cena non basta a evitare che tutti sprofondino nuovamente in una triste realtà che li porta a vagheggiare incessantemente un illusorio mondo di vetro…

Visto il 12-01-2014
al India di Roma (RM)