Immaginate un lavoro che per sua caratteristica costitutiva, violi le convenzioni stesse del teatro, vivendo di sole parole, lasciate scorrere sul filo delle emozioni; una storia d’amore tormentata, per corrispondenza, e non per questo meno toccante, vera ed attuale: questo è Love letters di A. R. Gurney, “un testo intramontabile, sotto forma di carteggio epistolare con il quale ogni grande attore in ogni parte del mondo si è voluto confrontare” (Giorgio Ferrara).
Solitudini allo scrittoio o dell’amore immaginato
Al banco di prova, in questo particolare allestimento, lo storico duo Giuseppe Pambieri- Lia Tanzi, insieme da sempre sulle scene come nella vita, affiatati e capaci di condurre in un altrove lontano con la sola forza evocativa del linguaggio.
Ambientata nell’alta borghesia nordamericana, l’ossatura drammaturgica si fonda sul lavoro d’introspezione psicologica: lui, studente modello, (troppo) rispettoso dei vincoli formali; lei, eccentrica, frivola quanto basta da nascondere la voglia di farsi del male dietro le apparenze mondane; lui, votato al successo, lei, sommersa dalle scelte sbagliate.
Afflitti da una comune irrimediabile solitudine, i due ripiegano sulla realtà immaginata per iscritto; e il confronto con il vero, quando finalmente s’incontrano, sbriciola come neve al sole le idee fittizie, le fantasticherie che ciascuno ha dell’altro, opponendo un muro invalicabile alla concreta realizzazione dell’amore. “Mi sento di essere un vero amante quando ti scrivo”, soggiunge un ispirato Pambieri, al colmo dell’entusiasmo per la donna di carta creata nella solitudine dello scrittoio. “Continuerai a leggermi fino alla morte” - replica lei, con ironia tragica. L’inquietudine del personaggio femminile acquista man mano sostanza e sentimento grazie all’interpretazione appassionata della Tanzi, sempre ‘nella parte’: sola e stralunata, travolta dal fallimento, di progetti artistici e matrimoniali, Melissa cade nel tunnel delle dipendenze, senza mai smettere di sperare nella felicità.
Le parole spezzate
La particolarità di questo intricato rebus sentimentale consiste nella mancanza di una proibizione oggettiva che, come da tradizione, impedisca il lieto fine: nessuno dei due amanti riesce ad imporre una svolta coraggiosa alla piega presa dai fatti e vince infine chi preferisce assecondare le convenienze sociali piuttosto che la bontà dei sentimenti.
Affresco dolceamaro dei legami sentimentali nel mondo contemporaneo, Love letters detta l’agenda delle priorità nelle scelte di vita personali, un percorso ad ostacoli tra fantasmi interiori, incertezze caratteriali, falsa coscienza, incapacità di discernere con consapevolezza i veri affetti, le persone con cui dividere la vita. Come amore comanda.