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MA TU SEI FELICE?

Dal web al palcoscenico, Claudio Bisio e Gigio Alberti si interrogano sulla felicità

Giogio Alberti, Claudio Bisio
Giogio Alberti, Claudio Bisio © Franco Rabino

Il nuovo impegno post-Covid di Claudio Bisio è uno spettacolo intitolato Ma tu sei felice?, tratto dall’omonimo romanzo – scritto interamente in forma di dialogo – dello scrittore milanese Federico Baccomo (Qui la nostra intervista all'autore). 

Un progetto a metà tra la lettura teatralizzata e la serie web, nel quale il comico originario di Novi Ligure ha coinvolto l’amico e collega di lunga data Gigio Alberti; insieme hanno realizzato la successiva intuizione di Bisio di realizzarne una versione per il palcoscenico, che adesso sta girando l’Italia in lungo e in largo, ottenendo una buona risposta da parte del pubblico.

Tutto nasce da una domanda

Dopo una breve introduzione per rompere il ghiaccio con il pubblico, ironizzando sul distanziamento interpersonale e sui nuovi protocolli anti-Covid, i due attori hanno pensato bene di istruire la platea sull’umorismo pungente dell’autore, Federico Baccomo, sottolineando la natura dello spettacolo, a metà tra la lettura scenica e l’improvvisazione, con parecchi elementi che riconducono alla stand-up comedy di stampo americano.

Il dialogo di due uomini seduti al tavolino di un bar comincia da una semplice e legittima domanda: “Ma tu sei felice?”. Questo è il pretesto per parlare di tutto: mogli, figli, tradimenti, scuola, lavoro, amici, medicina, criminalità. I due personaggi – dai quali i due attori specificano immediatamente al pubblico di voler prendere le distanze – si chiamano Vincenzo e Saverio: uno (Bisio) è votato al successo e alla realizzazione personale; l’altro (Alberti) è il tipico “so tutto io” che, proprio per questa sua caratteristica, risulta simpatico.


Sono entrambi benestanti e, probabilmente, hanno tutto quello che si potrebbe desiderare dalla vita. Eppure, secondo loro, niente va come dovrebbe andare. Perciò, si tengono pronte teorie e soluzioni per ogni problema in uno scambio dialogico, che rivela i peggiori difetti del genere umano (egocentrismo, superficialità, razzismo…), senza, peraltro, affrontare veramente la domanda iniziale. Così, quella che doveva essere una tranquilla chiacchierata al bar (di cui, tra l’altro, sono i soli protagonisti), rivela un inaspettato colpo di scena finale.

Comicità caustica e umorismo beffardo

La scrittura di Federico Baccomo sembra ricondurre a una comicità per nulla spicciola, infatti i due interpreti scelgono di inserire alcuni “intermezzi” nella loro lettura, quasi a voler spiegare in maniera più personale e diretta al pubblico il mood di ciò che è stato appena letto (sempre prendendo le distanze dai rispettivi personaggi).

Oltre all’evidente alchimia sulla scena, l’aspetto vincente di questo progetto è l’equilibrio piuttosto evidente tra la comicità più incisiva e immediata di Gigio Alberti e l’umorismo beffardo di Claudio Bisio, che acquista forza dal ritrovato rapporto di confidenza con il pubblico.

Bisio, Baccomo, Alberti


Se nel romanzo, il dialogo risulta serrato, sul palcoscenico lo “stacco” mediante musica sempre uguale (con l’unica eccezione dell’evergreen Felicità sul finale) banalizza la successiva efficacia di questi (necessari) intermezzi. 

Infine, l’eccessiva durata - con un bis che contempla il punto di vista femminile sui temi affrontati, per mitigare il pensiero forse troppo “al maschile” del testo - è un elemento che non gioca a favore di uno spettacolo che avrebbe comunque mantenuto il suo appeal.

Visto il 29-08-2020
al Palazzo Michelerio di Asti (AT)