Di riscritture e reinterpretazione dei testi shakesperiani se ne sono viste a iosa, soprattutto dall’inizio dell’anno, poiché ricorre il quarto centenario dalla morte del Bardo. Ma Macbeth Banquet, regia di Paola Manfredi e con Luca Radaelli e Maurizio Aliffi, non è l’ennesimo spettacolo commemorativo, è molto di più.
Macbeth in cucina
La storia è quella già conosciuta (anche solo per sentito dire) di Macbeth e della sua Lady, entrambi assetati di potere al punto da compiere omicidi e colpi di Stato per ottenere ciò che gli era stato predetto dalle streghe, salvo poi cadere nella più totale disgrazia per essere andati contro il destino. Ciò che cambia però sono il narratore e il luogo della narrazione: sarà infatti un cuoco a raccontarci le sanguinose vicende dei coniugi reali e lo farà nel suo personale e umile regno, cioè la sua cucina.
Luca Radaelli interpreta questo cuoco stralunato che si muove a singhiozzo, come una marionetta scoordinata, accompagnato alla chitarra da Maurizio Aliffi. Insieme mettono in scena una doppia drammaturgia, fatta di cibo, pentole, profumi la prima e di musica la seconda. Radaelli infatti sta preparando il banchetto nel quale comparirà Banquo e nel quale Macbeth darà i più evidenti segni di rimorso e pazzia e nel frattempo racconta al suo pubblico tra una cipolla e una patata cosa è accaduto e cosa accadrà, esalando deliziosi profumi in sala.
Teatro, cucina e liturgia
Ciò che rende possibile e coerente l’unione tra cucina e teatro è la dimensione rituale di entrambe: lo spettacolo si apre infatti con l’entrata in scena del cuoco che lentamente si avvicina al bancone cantando una canzone, e quando si trova in prossimità di questo Aliffi lo veste della camicia e del grembiule. Alla fine invece, dopo il famoso monologo pronunciato da Macbeth "Domani, domani, domani", si toglie le vesti, piega il grembiule e dopo avergli dato un bacio lo posa sul bancone, versa il vino per sé e il suo musicista, che si preparano ad un pranzo di condivisione. Lo spettacolo è come una liturgia, il bancone è un altare, il cuoco è l’officiante della cerimonia e prepara il nostro pane di comunione: prendete e ascoltatene tutti, questo è Shakespeare offerto in cucina per voi. La dimensione rituale però richiama anche credenze e riti pagani: il cuoco è infatti posseduto dai vari personaggi e gli dà voce, caratterizzandoli attraverso movimenti e tonalità sempre diversi, salvo poi ritornare in sé e ricominciare a muoversi in modo insicuro e rimettere mano alla preparazione delle vivande. Questa curiosa e gustosa ricetta registica a cura di Paola Manfredi è poi condita dalla chitarra di Aliffi, capace di veicolare atmosfere ancora più frenetiche attraverso un pizzicato convulso, sentimenti di paura, con note gravi e dal suono prolungato o attesa quasi snervante con il silenzio.
Macbeth Banquet si delinea come uno spettacolo poco ortodosso e curioso, in cui l’unione tra arte culinaria, musica e teatro creano una ricetta da fare a fuoco lento e dal risultato delizioso.