Prosa
MACBETH? STUDY FOR WO.MEN

Un Macbeth a tre voci (femminili)

Un Macbeth a tre voci (femminili)

Conversazioni 2016, titolo del 69mo “Ciclo di Spettacoli Classici” di Vicenza che da quest'anno è divenuto un vero e proprio festival di largo respiro, ospitato non più solo dal Teatro Olimpico ma anche da altri luoghi cittadini, giunge ormai alle battute finali. E porta in dono, fra tanti eventi di straordinario interesse - alcuni dei quali votati al Bardo inglese, ineludibile leit motiv che ci ha accomagnato in questo 2016 – anche un Macbeth voltato tutto al femminile, o quasi. Il “quasi” è giustificato dal fatto che traduzione ed adattamento per tre voci femminili del celebre testo shakespiriano si devono a Vitaliano Trevisan, mentre il resto è posto nelle mani di un formidabile team composto da Patricia Zanco, regista e interprete del ruolo protagonistico, da Daniela Mattiuzzi che l'affianca nella drammaturgia dello spettacolo, da Beatrice Niero che si fa carico di rendere la perfida ed ambiziosissima Lady, e da Francesca Botti chiamata a mo' di  jolly a ricoprire  gli indispensabili ruoli di contorno.

Macbeth? Study for wo.men doveva essere, nelle intenzioni iniziali di Patricia Zanco, un lungo monologo. Un viaggio all'interno del quale, con le sue parole «potere, desiderio, umanità, magia continuano la loro lotta perpetua nell’atemporalità. Tra bene e male, tra bello e brutto, ci siamo noi con il nostro desiderio. Precipitati verso il caos, nell’impossibilità di capire...qui comincia Macbeth, lui, che infierisce sul reale pensando di poterlo dominare, prigioniero della vita e privo di libertà fisica e spirituale».  L'incontro con Trevisan, scrittore ma soprattutto esperto uomo di teatro, ha portato invece a montare uno spettacolo a tre voci che mantiene al suo centro il tema della sete di potere e della sanguinaria malvagità, modificandolo ed integrandolo coll'immettervi situazioni e frasi – senza irriverenza nei confronti dell'originale, ma anche senza timore di trasformarlo ove appaia opportuno - che lo integrano ai fini di una personale visione drammaturgica. Spettacolo che riesce ad esaltarne sia la lugubre atmosfera, sospesa tra tetre visioni oniriche e spietati spargimenti di sangue, sia a porre in primo piano le maceranti angosce e le invincibili ansietà del protagonista.

Va da sé che messo di fronte ad una rivisitazione di un testo classico - più o meno spinta che sia - lo spettatore dovrebbe conoscere bene l'originale per poterla godere sino in fondo. Conditio sine qua non per comprendere dove il nuovo integra il vecchio, cioè dove il classico termina e dove, e quando (e magari perché) è intervenuto il revisore, Criterio valido anche qui, benché la parabola dell'ambizioso signore di Glamis e Cawdor sia abilmente trattata dalla mano di Trevisan rielaborando con intelligenza ed acuto senso del teatro i versi di Shakespeare, senza infliggervi troppi ed inopportuni stravolgimenti. Molto poi aiutano, in questo percorso visivo, le calibrate soluzioni registiche di Patricia Zanco, messe in atto in uno spazio forse troppo angusto – una saletta della Basilica Palladiana arredata con pochi tocchi, e reso più pregnante da riprese video proiettate in contemporanea sui muri –  e proposte ad un pubblico che, per scelta logistica, non può superare credo la quarantina di spettatori. Pochi, dunque, ma proprio per questo tutti a due passi dalle tre interpreti, sino a sentirne in viso l'affanno ed il respiro. E come attrice, poi, in un ruolo che dovrebbe spettare di diritto ad un uomo ma che lei sa penetrare e svolgere con femminea introspezione, Patricia Zanco dimostra ancora una volta tutta la sua bravura, magnetizzando il pubblico nei monologhi che mettono a nudo la delirante psicologia di Macbeth. Né pare da meno l'ottima Beatrice Niero, una Lady nevrotica e dai lampi ferini, che stringe il suo compagno nella morsa di sempre nuovi delitti: la preparazione del delitti e la scena del banchetto vedono entrambe dialogare con veemente e stringente intensità. Quanto alla bravissima Francesca Botti, dopo aver accolto il drappello degli spettatori ed averli accompagnati a mo' di guida turistica sino alla saletta che ospita l'evento, si prende carico man mano, con funambolica versatilità, d'un carosello di ruoli: d'un carosello di ruoli e di voci: Banquo, una strega che offre strane ricette, un verso d'uccello, un armigero che pare un marines, un dottore incuriosito dai deliri della sua paziente, e via di questo passo. A lei il compito di alleggerire di tanto in tanto, con pennellate di sorniona ironia, la sanguinaria narrazione.

I costumi di questo straordinario spettacolo - presentato a Conversazioni 2016 in prima assoluta - si devono a Rossit Zaccaria Zanco, le sculture presenti in scena ad Alberto Salvetti; collaborazione allo spettacolo di Mauro Zocchetta, Corrado Ceron, Valentina Brusaferro, Cosima Guasina e Alessandra Fusciardi. Produzione fatebenesorelle teatro e La Piccionaia.

Visto il 08-10-2016
al Basilica Palladiana di Vicenza (VI)