Prosa
MACBETH

IL DRAMMA DELLA MANCATA GENITORIALITÀ

IL DRAMMA DELLA MANCATA GENITORIALITÀ

Un Macbeth lieve quello proposto da Andrea De Rosa, a tratti ironico, ma contemporaneamente  macabro e grondante di sangue, che scava, insinuandosi al loro interno, nei meandri più indicibili e insondabili della psiche umana. I due protagonisti non sono altro che ricchi borghesi contemporanei spinti al delitto dal male di vivere che li divora, dalla vuota noia che li pervade, dalla nausea per le continue feste che essi tengono nel salotto di casa, durante le quali la gioia appare forzata e sul cui sfondo aleggia il fantasma della mancata genitorialità della coppia che diviene, via via, sempre più ossessivo e ossessionante. Il tema dell’infanzia è onnipresente: le streghe della profezia non sono che bambolotti parlanti con voce metallica, i quali vaticinano adagiati su un divano e suscitano perciò l’inconsulta ilarità degli astanti, il tema del “non nato da donna” si intreccia con quello della violenza del parto, ripetutamente proposto sul palco al momento della seconda consultazione delle streghe tramite una sovrabbondante presenza in scena di sanguinolenti feti abortiti, generati a ritmo ininterrotto da una partoriente. A fronte di ciò l’alcol scorre a fiumi, i bicchieri non sono mai vuoti e i vari personaggi sono pervasi da una specie di ebbrezza delirante che pare favorire l’inclinazione a delinquere in un’atmosfera quasi onirica ben sottolineata dalle luci di Pasquale Mari che fa uso anche di lampade stroboscopiche. La scena è semplice, ma in frequente movimento, pochi gli arredi, sebbene sempre funzionali all’azione, forte e caricato sul versante degli artifici atti a generare inquietudine il suono curato da Hubert Westkemper.

Giuseppe Battiston è un Macbeth eccezionale, che catalizza l’attenzione del pubblico e lo trascina all’interno del suo mondo di angosce e follia, con una personalità forte, in continua ascesa nel corso della rappresentazione. Frédérique Loliée è, invece, un’algida lady Macbeth costantemente in preda ad una martellante risata isterica, distaccata signora dell’alta borghesia parigina, piuttosto che titanica regina assetata di potere; ella si muove sinuosa e perfettamente a suo agio insieme al marito all’interno di un contesto globalmente troppo caricato in cui l’eccesso non finisce per stupire, ma piuttosto per nauseare chi guarda.

Visto il 12-03-2013
al Ponchielli di Cremona (CR)