Lirica
MADAMA BUTTERFLY

Bisanti deus ex machina della Butterfly storica

Bisanti deus ex machina della Butterfly storica

I muri del Teatro Grande di Brescia trasudano storia e quando le sue pagine più gloriose vengono rievocate, l'emozione diviene tangibile. Per celebrare i 110 anni dal debutto bresciano di Madama Butterfly, è stata riproposta la medesima versione eseguita il 28 maggio 1904, dopo il clamoroso fiasco alla Scala di Milano, ovvero la stesura non definitiva (che si fa risalire al 1907 per quanto Puccini abbia apportato modifiche fino al 1920). 

La partitura è strabiliante nei righi di rarissima esecuzione, scorsi tra un Pinkerton che si chiamava ancora Francis Blummy (diventerà poi Benjamin Franklin), uno spassoso beone e una loquace Kate. Nel caso della sposa americana, a noi, immodestamente, pare risulti più efficace la figura/ombra tradizionale, il cui incorporeo silenzio ne amplifichi i tratti inquietanti: è inconfutabile che il genio pucciniano si esprima attraverso la scrittura snella, concisa, evocativa. Altrettanto innegabile è che le pagine tagliate siano di bellezza stratosferica, e assaporare questo capolavoro in una fase intermedia dell'iter creativo, si è rivelato nulla meno che esaltante. 

Non possiamo che rammaricarci per non aver potuto godere degli scenari d'epoca, dei quali rimangono meravigliosi bozzetti. E' stato prescelto un buon allestimento del Teatro "Verdi" di Trieste risalente al 2005, riadattato alla circostanza. La regia di Giulio Ciabatti si è mantenuta in bilico tra passato e presente: pennellate non invasive di modernità (il simbolismo di alcune scritte e le proiezioni di Claudio Schmid) in un contesto tradizionale, di pittorica bellezza. Il meccanismo era ormai oliato alla perfezione. I costumi (di Pier Paolo Bisleri come le scene) erano composti da elementi ibridi; la gestualità e ogni riferimento al Giappone, sono stati rivisitati e privati scientemente di pedissequa precisione in favore della poeticità (su tutti il Jigai vivaddio corretto benché sfrondato nel rituale) al fine di rapportarsi sul medesimo piano con l'occidentalizzato Sol Levante pucciniano. Un mix di gradevolezza visiva ed equilibrio formale in una linea stilistica consapevole e rispettosa.

Deus ex machina della riscoperta musicale, Giampaolo Bisanti in funambolico equilibrio tra le annotazioni pucciniane e la propria dirompente personalità. Utilizzando come fondamenta le dinamiche sfolgoranti, il direttore (e concertatore), con gesto preciso e deciso, ha magnificato le voci dei singoli strumenti, ha tessuto allegre dialettiche tra le sezioni orchestrali (I Pomeriggi Musicali di Milano) salvaguardandone la compattezza, si è soffermato a meditare sui chiaroscuri timbrici ed entusiasmato ai repentini cambi di tempi, sillabati da respiri cristallini. Una lettura fresca, gioiosa, dalle tinte smaglianti, di fantasmagorica intensità, in grado di enfatizzare la modernità di Puccini.

Cellia Costea ha delineato una Geisha/bambina precocemente matura, fiera e decisionista: con intelligenza artistica, ha mantenuto schietta la drammaticità timbrica, stemperando l'emissione sicura in dolci messe in voce; pur lievemente affaticata nel finale, ha supportato la linea di canto di tutto rispetto. Giuseppe Varano possiede voce piccola ma ... non presenta i consueti "vizi" che affliggono i tenori! Lo squillo è saldo ma non urlato, l'emissione è incisiva ma non "spinta", lo stile è piacevolmente garbato; Pinkerton superficiale e distratto, appropriato al ruolo. Sharpless era Domenico Balzani, dal fraseggio morbido e presenza scenica elegante. Giovanna Lanza ha timbro rotondo, caldo, potente; Suzuki commovente e partecipe. Completavano il cast Saverio Pugliese, Goro; Manrico Signorini, Zio Bonzo; Annalisa Sprovieri, Kate, Carlo Checchi, Yakusidé, Antonio Barbagallo, Yamadori/ Commissario Imperiale e la piccola Matilde Ferrari, Dolore. Suadente nel celeberrimo coro a bocca chiusa, il Coro del Circuito Lirico Lombardo diretto da Antonio Greco.

Teatro straripante con molte presenze del settore, applausi generosi. Per tutti, in omaggio, il libricino inerente la donazione di una lettera autografa del Maestro, ora esposta nella Saletta "Butterfly" nel prim'ordine di palchi.

Visto il 05-10-2014
al Grande di Brescia (BS)