Lirica
MADAMA BUTTERFLY

Genova, teatro Carlo Felice, …

Genova, teatro Carlo Felice, …
Genova, teatro Carlo Felice, “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini BUTTERFLY ESSENZIALE MA UN CAPOLAVORO DI ESECUZIONE Essenziale e lineare è questa Butterfly messa in scena da una grande Butterfly, Renata Scotto (ripresa sul palcoscenico genovese e in altri, tra cui Ancona). Forse troppo semplice nel togliere ogni orpello, soprattutto nel primo atto. Motivo di eccellenza su tutto è la direzione molto forte e incisiva di Daniel Oren, che è riuscito a trascinare il cast e gli orchestrali fino a un’esecuzione strabiliante, piena di finezze, caratterizzata da forza e dolcezza, dalla pienezza di un amore come quello che prova Cio-Cio-San al vuoto creato dall’opportunismo di Pinkerton. Le numerose tinte della partitura pucciniana sono state tutte colte da Oren, dalle suggestioni americane agli elementi giapponesi, dai momenti aerei e leggeri a quelli cupi e malinconici. La versione andata in scena è quella bresciana, con secondo e terzo atto unito e un ruolo cantato per Kate Pinkerton. La mancanza di intervallo è positiva, perché solo così si comprende il senso di attesa della protagonista, che dura tutta la notte, ma che è durato anni, un’attesa vana. Qui il coro del Carlo Felice, preparato da Ciro Visco, ha ben lavorato e sul pizzicato degli archi e sull’accenno dei flauti ha ben interpretato uno dei brani più celebri ed emozionanti della storia del melodramma. Nel ruolo del titolo Amarilli Nizza ha percorso le infinite sfumature del personaggio e le ha fatte sue con convinzione. James Valenti è stato un ottimo Pinkerton in linea con la scelta registica, a cominciare dall’aspetto fisico, un bel ragazzotto americano scanzonato e superficiale. Gabriele Viviani ha dato a Sharpless una dimensione umana e concreta, mentre Francesca Franci è stata una Suzuki leale e partecipe, davvero una “buona serva” (che soffre con e per la sua padrona, come la nutrice di Medea in Euripide) dalla voce rotonda e misurata. Ottime le luci di Davide Ronchieri, che hanno ammantato la scena di Beni Montresor, dominata da specchi e tinte bianche, cambiandone il senso e la prospettiva, insieme al colore. FRANCESCO RAPACCIONI Visto a Genova, teatro Carlo Felice, il 23 febbraio 2006
Visto il
al Carlo Felice di Genova (GE)