Il regista Sandro Pasqualetto è riuscito a far calare gli spettatori di una città occidentale del 2016 in una realtà giapponese di fine ottocento caratterizzando molto bene le " rigidità" di una cultura orientale che viene rifiutata da una giovanissima geisha. In quest'impresa, non facile, è stato aiutato dalle scene semplici ma esaustive delle realtà descritte nella sceneggiatura e dai costumi molto curati e caratterizzanti i personaggi in scena.
Ma non solo: questa sera una giovane soprano coreana Grazia Lee, che ha dato voce nitida con ampie vocalità ed espressiva spiritualità orientale a Cio-Cio-San, e la mezzosoprano Moonjin Kim, nei panni della sua fedele cameriera personale Suzuki, sono riuscite a far sentire la grande sensibilità orientale che alla fine si contrappone in maniera drammatica al pragmatismo semplice e sbrigativo della cultura occidentale, in scena così bene espressa dal promettente tenore David Sotgiu interprete dell'ufficiale a stelle e strisce Pinkerton e dal bravissimo baritono Marcello Rosiello dotato di buone capacità canore e convincenti attitudini attoriali.
Così Sharpless, il console americano, risulta un personaggio credibile con una spiccata umanità che riesce a mediare vizi e virtù della sponda occidentale ed orientale del mondo.
L'Orchestra della Toscana diretta con precisione e partecipazione emotiva dal maestro Valerio Galli è riuscita a proporre, con il coro diretto da Mauro Fabbri, tutte le ricche articolazioni del pentagramma pucciniano che oltre a descrivere abilmente le partiture del libretto, arrivano direttamente al cuore degli spettatori come nella romanza " Un bel dì vedremo " di Butterfly nel secondo atto.