Rispettando gli intenti che da sempre il laboratorio di Makkekomiko si prefigge coi suoi spettacoli, ancora una volta non appena la compagnia va in scena stabilisce un immediato contatto con il pubblico: gli spettatori si accomodano in teatro, ridono, partecipano e può anche succedere che ne dicano delle loro, offrendo ai comici pretesti per improvvisare e dare vita ad irresistibili facezie.
Abbattendo la quarta parete, come avviene in ogni cabaret che si rispetti, si ha l’impressione di trovarsi su di un unico palcoscenico che va dall’ingresso ai camerini, con la possibilità di assistere ogni volta ad uno spettacolo sempre nuovo dove può succedere di tutto… anche che una battuta non funzioni, permettendo così al comico di studiarsi e migliorare, in un continuo “work in progress”.
Quella che ha proposto stavolta la compagnia è stata una performance a carattere thriller, in cui si sono susseguiti per tre ore di fila comici di ogni tipo, sospettati di un misterioso delitto ed interrogati da un fiacco e poco credibile commissario, interpretato da Sergio Viglianese. Così si sono presentati uno alla volta “sospettati” grotteschi ed irrefrenabili, a volte stereotipati come quello del napoletano pigro di Fabian Grutt, altri assolutamente ricchi di acume e arguzia come Giovanni Perfetto e le sue popolari fiabe rivisitate. E poi le sferzanti freddure di Filippo Giardina, l’esilarante gigoló di Rocco Ciarmoli, passando per gli originali monologhi di Marco Passiglia ai numeri di magia dei maghi Mancini e Alvi, fino ad arrivare ad una meno piacevole e inappropriata esibizione di burlesque.
Tra monologhi brillanti, personaggi pittoreschi e freddure irresistibili, tenendo sempre presente che si tratta di sperimentazioni o a volte prove aperte dove la parola “azzardo” regna sovrana e le stecche ed i silenzi imbarazzanti fanno spesso da cornice, il gruppo Makkekomiko è da seguire e tenere d’occhio: assicurerà senz’altro il divertimento ad un pubblico attento e desideroso di passare una serata in allegria e sicuramente diversa dalle altre.