Prosa
MARGARITA E IL GALLO

Una commedia di Edoardo Erba di straordinaria attualità

Maria Amelia Monti, Gianfelice Imparato
Maria Amelia Monti, Gianfelice Imparato

Ambientazione: Firenze. Epoca: 1500. O “quasi millecinque”, come nella celebre battuta di “Non ci resta che piangere”. A casa di Annibale Guenzi gli affari vanno maluccio, i libri che stampa sono dei flop clamorosi e il rischio fallimento è in agguato. Per avere lo “stipendio fisso”, l’unica salvezza sarebbe diventare tipografo di corte, a quei tempi visto come l’odierno impiego in Comune. Ma, oggi come ieri e in barba ai secoli, le cose non cambiano: senza raccomandazione non si va da nessuna parte. 

L’aiutino potrebbe concederlo il Visconte Morello, rinascimentale propugnatore del do ut des. Il Morello, famigerato “gallo” della zona con la perversione dei piaceri del corpo da...tergo, altri non è che un antenato dei nostri scambisti: in cambio della raccomandazione vuole un appuntamento al buio con Bianca, la moglie del Guenzi. Sta a lui convincerla. Il tipografo accetta la proposta indecente e inizia a tessere la tela, finchè ci mette lo zampino la suocera moribonda. Bianca corre al capezzale della madre e per Annibale si mette male: il Visconte Morello arriverà quella sera stessa per riscuotere il pegno. Come fare? La risposta è Margarita, la servetta lombarda appena assunta che Annibale pensa bene di spacciare per la moglie.

Margarita è un po’ rozza ma sveglia e capisce subito le intenzioni del padrone. La parentela “magica” con la madre (la strega del paese) l’aiuta a mettersi in salvo dalle manovre di Annibale e di quelle ben più pericolose dell’appropinquante Visconte Morello. Tra frizzi e lazzi, equivoci e risate, si arriva all’happy end. Commedia di caratteri gioiosa e incalzante, Margarita e il gallo è un eccezionale specchio della società di allora, così lontana nei secoli eppure così simile alla nostra per modus vivendi. 

Di straordinaria attualità, la commedia di Edoardo Erba risuona dell’elegante e aulica lingua del tempo e la regia di Ugo Chiti (sceneggiatore di “Manuale d’amore” e de “Il barbiere di Rio”) è snella e lineare. Una Maria Amelia Monti deliziosa per un ruolo delizioso: come Margarita non avrebbero potuto scegliere di meglio. Uno strano Annibale Guenzi (fiorentino!) dall’accento partenopeo: merito di Gianfelice Imparato, napoletano doc, attore dalla significativa carriera teatrale (tra l’altro, Premio UBU 2001). 

Menzione d’onore a Francesco Meoni, un applauditissimo Visconte Morello dagli esilaranti (e ondulatori) movimenti d’anca. Spettacolo perfetto per una serata spensierata e leggera.

 

Di straordinaria attualità, la commedia di Edoardo Erba risuona dell’elegante e aulica lingua del tempo e la regia di Ugo Chiti è snella e lineare. Una Maria Amelia Monti deliziosa per un ruolo delizioso.

 

Visto il 28-01-2008
al Nuovo Giglio di Inzago (MI)