Modena non poteva inaugurare la stagione lirica 2010 – 11 in un modo migliore. Già il titolo, Maria Stuarda di Gaetano Donizetti, aveva interessato e incuriosito i modenesi, non essendo mai stato rappresentato al Comunale, poi il nome di Mariella Devia faceva il resto: teatro tutto esaurito.
Donizetti compose Stuarda nel 1834, per il San Carlo di Napoli, traendo spunto dall’omonimo dramma di Schiller, ma a Napoli l’opera non approdò a causa della censura borbonica e dell’accesa e violenta zuffa tra le due primedonne. Maria Stuarda è, infatti, un’opera con due protagoniste, due regine: quella di Scozia e la sua rivale Elisabetta. Immancabilmente la rivalità storica si riflette sulla scena e tra le due primedonne.
Il teatro modenese ha ripreso un allestimento dell’Opéra Royal de Wallonie di Liegi, per la regia e costumi di Francesco Esposito e le scene di Italo Grassi. Complessivamente molto sobrio, ma di effetto. Le scene segnano il confine entro il quale è costretta Maria Stuarda: delle sbarre (dietro le quali agisce in buona misura il coro, evitando problemi di gestione dello stesso) e un muro sulla destra, la cui unica possibilità di fuga è rappresentata dal fondo (sul quale appaiono proiezioni secondo l’azione in atto) illuminato di bianco all’incedere del martirio, ma il colore dominante è il rosso, il sangue che Maria verserà. Il dramma della regina è chiuso dal calare di una grata metallica che sovrasta la scena per l’intera durata dell’opera. Una cornice scenica visibilmente studiata. Scarsamente incisiva la regia di Francesco Esposito per quel che concerne la presenza e le movenze di coro e figuranti, mentre viene ottimamente resa (grazie indubbiamente alla capacità delle protagoniste) la rivalità e il tormentato rapporto tra le due regine. Molto belli i costumi elisabettiani, che hanno contribuito molto all’allestimento stesso.
Grande aspettativa del pubblico per Mariella Devia nel ruolo del titolo, che non ha deluso, né tecnicamente, né attorialmente. Il pubblico, delirante e plaudente già al suo comparire in scena, è stato appagato, poiché la Devia ha donato ai modenesi i momenti migliori della propria prestazione nella cavatina e all’intero terz’atto: fiati lunghissimi, acuti saldi e adamantini, non mancando di una grande presenza scenica, al punto che in alcuni momenti sembrava proprio che vivesse personalmente il dramma interiore di Maria Stuarda.
Il confronto con l’altra protagonista del dramma, la regina Elisabetta, viene naturale; il ruolo era interpretato dal mezzosoprano Nidia Palacios, di bella presenza scenica ma con voce un po’ troppo fredda e un’emissione dura e spigolosa. Il giovane tenore turco Bülent Bezdüz ha sostituito il previsto Adriano Graziani nel ruolo di Leicester: efficace e convincente, voce forse poco emergente ma bella e con ottima pronuncia. Bravo e con bel timbro il Talbot di Ugo Guagliardo; discreto il baritono Gezim Myshketa in lord Cecil; bella voce l’Anna di Caterina di Tonno.
Il maestro Antonino Fogliani, alla guida dell’Orchestra regionale dell’Emilia Romagna, ha diretto egregiamente e con brio, anche se alcuni tempi sono risultati un po’ fiacchi. Discreto l’intervento del coro del teatro Municipale di Piacenza, diretto dal maestro Corrado Casati.
Come già detto, grande successo di pubblico e ovazioni ripetute per la Devia, richiamata sul palcoscenico ben dieci volte.