“Mariti e mogli” approda nei teatri grazie alla sottile intuizione di Francesca Reggiani e alla genialità di Monica Guerritore. La traduzione teatrale di uno dei capolavori cinematografici firmati Woody Allen si rivela in tutta la propria brillante ironia.
Dal cinema al teatro
Una versione teatrale fedele quella di Monica Guerritore, rispettosa traduttrice del plot e della regia del film americano. Così allo stesso modo ci si trova nel mezzo di storie di vita coniugale, tradimenti e passioni, timori, sicurezze e insicurezze. Coerente protagonista la costante opposizione tra la giovinezza e l’età matura, tra la spensieratezza e le paure innanzi alla possibilità ricominciare, lasciandosi alle spalle una –non più- solida vita di coppia per lanciarsi in nuove esperienze.
Una regia e un cast eccellenti
Brillante l’idea della Reggiani, amante del genio Woody Allen, ma non meno azzeccato l’adattamento di Monica Guerritore, strepitosa attrice e direttrice di una compagnia di otto personaggi che si dimostrano perfetti interpreti di una commedia frizzante.Momenti di meditazione e leggera tristezza si alternano, intervallati da studiate silenti pause, a vivaci e argute battute dei protagonisti, in un continuo passaggio da riflessive sequenze a tempi incalzanti.