Musical e varietà
MARY POPPINS

Com’è bello tornare bambini con Mary Poppins

Mary Poppins - il Musical
Mary Poppins - il Musical

Com’è bello passeggiar con Mary, com’è dolce accomodarsi su una poltroncina rossa e tornare bambini. Non delude le aspettative “Mary Poppins”, senza dubbio il musical dell’anno. Dentro a una grande produzione, questa volta, c’è tutto: scenografia, recitazione, una storia avvincente, ma soprattutto l’emozione unica di camminare sui tetti di Londra con la tata migliore del mondo cantando “Cam caminì”.

Da Broadway a Milano

Troppo spesso il viaggio da New York a Milano è deleterio. E il confronto impari. Non basta ottenere la licenza dalla produzione originale e avere tra le mani il libretto originale per creare un musical di qualità. Troppo spesso le riproduzioni italiane si sono rivelate soltanto la brutta copia dei capolavori di Broadway. Non è così stavolta. A partire dalle scenografie, finalmente degne dei migliori teatri di Londra e New York.
Mary Poppins vola sopra il pubblico mentre il soffitto del Nazionale si riempie di stelle, la casa dei Banks scompare in una buca mentre il palco, in una manciata di secondi, si è già trasformato nel parco in cui Jane e Michael fanno volare gli aquiloni un attimo dopo essersi tuffati nel quadro di Bert. E il cast? Se non si lesina e il criterio unico della scelta è la bravura (e non la popolarità o altri fattori distorsivi), le scuole di teatro in Italia non temono confronti. E se nella preparazione ai musical le accademie straniere sono ancora tutt’altra cosa, si stanno comunque facendo notevoli passi in avanti. Lo dimostra la bravissima Giulia Fabbri (Mary Poppins), cresciuta alla Bernstein School of Musical Theatre. Una marcia in più.

Basta un poco di zucchero

Sono due ore e mezza di spettacolo (in due atti), ma dietro c’è un lavoro immane durato oltre un anno, con un investimento economico notevole. Non poteva essere altrimenti per uno show fatto di incredibili effetti e coinvolgenti coreografie, ma soprattutto canzoni indimenticabili come “Supercalifragilistichespiralidoso” e “Un poco di zucchero” che scaldano la platea, soprattutto quella adulta.
La storia, infatti, spesso dà per scontati alcuni passaggi (del resto, alzi la mano chi è nato nel secolo scorso e non ha mai visto Mary Poppins), con il risultato che lo spettacolo finisce per affascinare più i bambini di ieri che quelli di oggi. L’effetto nostalgia funziona, basta un poco di zucchero. Ma non è certo l’unico motivo per cui la pillola va giù.
Visto il 22-02-2018