Per la regia di Gigi Savoia va in scena al Circolo Teatro Arca's Matrimoni, un lavoro che attinge da due opere (o "scherzi", come l'autore stesso li definì) di Anton Checov: L'orso e Una domanda di matrimonio.
Lo spettacolo consta di due atti unici: nel primo si assiste alla proposta di matrimonio che il cagionevole borghese Lomov (opportunamente napoletanizzato in "Lomoffo") rivolge alla contadina Natalia, proposta resa complicata dai loro caratteri altéri e bellicosi. Segue, poi, nel secondo atto, la storia di una vedova che, venendo meno alla decisione di portare il lutto tutta la vita, finisce per cedere all'amore, il giorno che un burbero personaggio, un orso, appunto, fa capolino dinanzi alla sua porta.
Come precisato dalla regia, la scelta del napoletano si collega alla convinzione che il dialetto nostrano si presti maggiormente ad una rappresentazione immediata e comica dei personaggi. La verve comica dello spettacolo fa leva, infatti, su un napoletano non colto, ma caratterizzato da frequenti troncamenti, tensione onomatopeica, ritmi incalzanti, e su un testo farcito di espressioni proverbiali dialettali riadattate con riferimenti al mondo russo e di richiami alla musica leggera e al teatro contemporaneo.
Nonostante la trasposizione partenopea, la scenografia si avvale di pannelli che con pochi tratti delineano il profilo di architetture caratteristiche russe, rimandando al contesto geografico originario. Insieme ad essa, una discreta attenzione ai costumi ricostruisce l'epoca interessata.
Non un punto debole in questo spettacolo il cui successo rende merito ai quattro attori protagonisti: Marcello Raimondi, Maria Rosaria De Liquori, Peppe Sannino e Maria Rosaria Cafiero. Grazie ad una misurata unione tra gestualità e recitazione, sono riusciti a divertire sinceramente il pubblico senza mettere in ombra il senso di rappresentare personaggi dai contorni borghesi che agiscono in modo infantile, animati da ambizioni futili in un ambiente campestre e provinciale.