L’opera di Plauto, si sa, è stata foriera d’ispirazione per tutto il teatro brillante che nei secoli successivi ha posto l’intreccio della trama ed il gioco degli equivoci come escamotage comico. Machiavelli, Moliere, Feidau e Scarpetta, solo per faer qualche nome fra i più illustri di questo genere, hanno avuto come riferimento, a volte dichiarandolo anche apertamente, il creatore della “palliata”. Arnolfo Petri, direttore artistico del Teatro IL PRIMO di Napoli, oltre venti anni fa non fu nemmeno lui immune dalla tentazione di utilizzareil plot narrativo di una delle più note palliate plautine e si cimentò nella stesura di un copione intriso di riferimenti contemporanei, nel quale i personaggi prendevano corposa caratterizzazione, quasi a ricordare l’altro grande autore del teatro latino, quel Publio Terenzio Afro, autore di sagaci e impertinenti commedie togate.
È questa la genesi di questa nuovo allestimenti di Menecmi in cui la regia è, dopo circa quindici anni dal debutto, questa volta affidata al bravo Rosario Ferro, che ne è anche l’irresistibile interprete. L’intento è quello di far ridere e coinvolgere il pubblico in un sano divertimento, e bisogna dire che Ferro ci riesce benissimo, grazie alle proprie indiscutibili doti di attore e di comunicatore, ma anche al prezioso apporto di una compagnia di calzanti interpreti, al servizio di quanto richiesto da testo e regia. L’austera Margot Marchese, la divertentissima Patrizia Doria e la bellissima Manuela Cervone, insieme con Sara Saccone e Giuliana Loperto, fanno da giusto contraltare femminile alla comicità, anzi doppia comicità, di Ferro, a sua volta spalleggiato dai due servitori, interpretati da Rino Soprano e Ciro Tirelli. Completano il cast Pino Pino, Gino Marra e Genny Sorrentino. Doveroso, inoltre, segnalare la presenza in video di un’icona del teatro cosiddetto leggero italiano: Gisella Sofio, che regala alla dea Minerva il giusto aplomb e l’aria da svampita che sono le sue indimenticabili caratteristiche di attrice. Una menzione speciale, infine, per gli indovinatissimi costumi dall’audace e voluta infedeltà, che, con l’improbabile gamma cromatica con cui li ha disegnati e realizzati la brava Rosaria Riccio, donano allo spettacolo il sapore rievocativo di film “peplum” della Cinecittà anni ’60 e dell’indimenticabile trasmissione televisiva “Biblioteca di Studio Uno” dei Cetra, da cui prende ispirazione anche l’uso dei “centoni” (parodie canore), intonati dagli attori sulle musiche, tra le altre, di Cutugno, Abba ed Iglesias.
Napoli, Teatro IL PRIMO, 20 maro 2009
Visto il
al
Il Primo
di Napoli
(NA)